CATANZARO La decisione è stata irrituale. Ha spiazzato un po’ tutti, dai vertici della Lega Pro all’Assocalciatori, ed è stata ripetutamente definita «coraggiosa». Perché non avviene tutti i giorni che un datore di lavoro denunci per truffa tredici suoi dipendenti – pur sempre tali vanno considerati i calciatori professionisti.
Il Catanzaro di Giuseppe Cosentino ha scelto di sporgere denuncia-querela nei confronti degli ex giocatori che, a pochi mesi dal fallimento della vecchia società (avvenuto nel febbraio 2011), hanno sottoscritto dei contratti integrativi definiti «invalidi» dall’avvocato del club, Sabrina Rondinelli. Quest’ultima, nel corso di una conferenza stampa tenuta assieme al presidente Cosentino, ha illustrato tutti gli atti posti in essere dal Catanzaro per ottenere l’avvio di un’indagine penale nei confronti di diversi atleti che hanno indossato la casacca giallorossa tra il 2010 e il 2011: Corapi, Ciano, Bruno, Montella, Lodi, Vono, Di Maio, De Franco, Di Cuonzo, Mosciaro, Mancinelli, Benincasa e Di Meglio. Il fascicolo è stato aperto dal sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo, Domenico Guarascio, il quale dovrà accertare se sia stata effettivamente consumata una truffa ai danni della nuova dirigenza. Un raggiro realizzato attraverso la stipula di contratti integrativi (per il pagamento di somme extra rispetto a quelle inizialmente pattuite) che non si giustificavano da nessun punto di vista, anche perché la vecchia azienda era ormai insolvente e non avrebbe mai potuto sostenere quegli esborsi, pari a 800mila euro lordi.
La sezione fallimentare del Tribunale – hanno spiegato Cosentino e Rondinelli – ha accolto l’istanza dei calciatori che chiedevano l’erogazione di quegli emolumenti, ma «già in passato gli stessi tesserati avevano ricevuto tutte le somme dovute. È stata saldata ogni spettanza, anche oltre quel che era giusto versare: ci sono giocatori che avranno disputato al massimo 5 partite in una stagione», è stato fatto rilevare nel corso dell’incontro con gli operatori dell’informazione.
Sul piano giuridico la questione è delicata, s’intersecano la giustizia penale e quella sportiva, con una serie di procedimenti arbitrali in atto. La clausola compromissoria (cioè il divieto di adire la magistratura ordinaria senza espressa autorizzazione dei vertici della Figc) non è stata violata, ritiene il legale del Catanzaro: «Ci abbiamo pensato parecchio prima di sporgere querela. In questa vicenda, la Lega Pro sta dalla nostra parte. Siamo fiduciosi, convinti delle nostre ragioni e certi del fatto che questa vicenda rivoluzionerà i rapporti tra le società e i calciatori». Il patron giallorosso in questo momento non prende neanche in considerazione un’ipotesi alternativa, perché – ironizza – «l’unica possibile sarebbe denunciare anche la Lega. Ho investito tantissimi soldi per questa squadra di calcio: quando sono arrivato a Catanzaro mi hanno spiegato che c’era poco più di un milione di debiti e li ho ripianati. Nessuno può venire adesso a dirmi che bisogna pagarne altri 800mila, perché – ha concluso Cosentino – non ci sarebbero più le condizioni per andare avanti». L`impressione è che sia soprattutto un modo per dissuadere i (presunti) creditori dal tentativo di riscuotere ulteriori somme. Tant`è che il presidente non ha escluso, pur senza confermarla, la remissione di querela nei confronti di quanti rinunceranno alla pretesa economica.
Intanto dalla società giallorossa arriva un appello ai tifosi, affinché siano evitate eventuali intemperanze nei confronti dell`ex portiere giallorosso Roberto Mancinelli. Domani scenderà in campo al “Ceravolo” indossando la maglia dell`avversario di turno, il Benevento, ma soprattutto nella veste di indagato nell`ambito dell`inchiesta sulla presunta truffa. “Radio tifosi” fa sapere che l`accoglienza non sarà delle migliori. Proprio per questo la dirigenza giallorossa sollecita una prova di civiltà da parte del pubblico.
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