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Cammariere tra jazz e sonorità mediterranee

RENDE “Tu sarai la regina dei miei desideri. L`orizzonte costante di questa realtà. Tu che sei per me, come vedi, tutto quello che un uomo sognare potrà”. Allo scoccare della mezzanotte, spenti i r…

Pubblicato il: 19/09/2012 – 10:31
Cammariere tra jazz e sonorità mediterranee

RENDE “Tu sarai la regina dei miei desideri. L`orizzonte costante di questa realtà. Tu che sei per me, come vedi, tutto quello che un uomo sognare potrà”. Allo scoccare della mezzanotte, spenti i riflettori, fan e amanti della musica sono tornati a casa sognando l’amore sublime e profondo che Sergio Cammariere trasforma in note e sinfonie. Il cantautore crotonese ha incantato il pubblico del “Settembre rendese”, regalando emozioni a una folla numerosa e variegata in uno degli appuntamenti più attesi della storica manifestazione.
L’artista, solitamente calato nelle intimistiche atmosfere del palcoscenico teatrale, è riuscito ad alternare melodie classiche a ritmi jazz e sonorità mediterranee con incursioni musicali in generi diversi, ma armonizzate dalla sua capacità di saper coniugare il talento di compositore, pianista e interprete.  Oltre ai brani classici del suo repertorio, come “L’amore non si spiega” e “Tutto quello che un uomo”, il cantautore calabrese ha stregato la piazza di via Rossini anche con testi tratti dall’ ultimo album “Sergio Cammariere”, che esplora tutto il suo universo musicale. I due brani strumentali, Thomas ed Essaouira, sono un omaggio a due terre lontane, la Norvegia e l’Essaouira, antica città del Marocco che si affaccia sull’Oceano Atlantico, entrambe ricche di una grande tradizione culturale e musicale. Senza dimenticare un’interpretazione del grande Vinicius De Moraes, “Com’è che ti va?” (Onde anda você), con testo liberamente tradotto in italiano dall’indimenticato Sergio Bardotti assieme alla sua storica collaboratrice, l’autrice Nini Giacomelli.
Prima di iniziare a cantare, Cammariere ha presentato al pubblico rendese la sua “famiglia musicale”: Luca Bulgarelli al contrabbasso, Amedeo Ariano alla batteria e Bruno Marcozzi alle percussioni, arricchita per l’occasione dal sax alto di Daniele Tittarelli, uno dei giovani talenti più apprezzati del jazz. E prima di andare via ha voluto salutare i calabresi e ribadire il forte legame con le sue origini : «Dopo tre anni torno a cantare nella mia terra che amo da morire». Con questa “dichiarazione d’amore” abbandona il palco per qualche minuto, per poi ricomparire acclamato dagli applausi. Così dopo l’ultima performance, gli inguaribili romantici si allontanano sussurrando: “L`amore non si spiega. Fa girare il mondo e poi se non c’è diventa tutto inutile”.

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