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La Zes supera il fallimento industriale

La posizione strategica del porto di Gioia Tauro e la sua area circostante rappresentano, per la Calabria, una opportunità di crescita non indifferente, soprattutto in un momento di grave crisi com…

Pubblicato il: 20/09/2012 – 11:24
La Zes supera il fallimento industriale

La posizione strategica del porto di Gioia Tauro e la sua area circostante rappresentano, per la Calabria, una opportunità di crescita non indifferente, soprattutto in un momento di grave crisi come quella attuale, che ha colpito in modo violento l’economia mondiale ed in particolare quella europea. Ma per noi è giunto il momento di ragionare con parametri  e analisi di prospettiva diversi rispetto al passato. L’economia globale richiede oggi nuovi modelli di sviluppo per intraprendere circuiti virtuosi con l’obiettivo principale di non fare ricadere nelle aree particolarmente deboli, principalmente sui disoccupati e sui giovani, una crisi che si manifesta giorno dopo giorno sempre più drammatica. I dati sulla disoccupazione giovanile in Italia e nel Mezzogiorno,  sono uno dei segnali più allarmanti di una situazione ormai insostenibile. Gli “aridi” e tragici dati statistici ci stanno offrendo non solo uno spunto di angosciosa riflessione, ma anche la sollecitazione su come affrontare queste nuove problematiche senza perdere tempo.
La nostra regione, con il porto di Gioia Tauro ha il privilegio di trovarsi nel baricentro di importanti poli economici internazionali, e sulla rotta di intensi scambi commerciali, che la vedono naturalmente proiettata verso l’Asia e il Medio Oriente, facendole così assumere il ruolo naturale e strategico di «porta d’Europa».
Come utilizzare al meglio questa posizione favorevole per consentire non solo ad una area circoscritta come quella della Piana di Gioia Tauro, ma alla Calabria,  ed addirittura all’Italia un vantaggio economico di  rilevante portata e con una ragguardevole ricaduta occupazionale?
Certo, l’attuale contesto economico mondiale non è di aiuto. Appare chiaro però che Gioia Tauro affidandosi fino ad oggi al solo transhipment, cioè al semplice trasferimento, dalle grandi navi portacontainer impegnate lungo le rotte transoceaniche alle più piccole navi feeder, di merci in transito non ha offerto i risultati sperati che potevano essere rappresentati anche dai proventi di nuove attività di lavorazione delle merci all’interno dell’Area industriale attorno al porto.  
Condivido quindi l’idea di prevedere l’istituzione a Gioia Tauro della ZES, (Zona Economica Speciale). Una soluzione che potrebbe rappresentare il trampolino di lancio decisivo per un territorio, finora ingannato e tradito da speculazioni e false promesse, che ha atteso fin troppo tempo il suo definitivo sviluppo.
La Zona Economica Speciale è, in sostanza, un`area geografica nella quale vengono introdotte regole fiscali, giuridiche ed  economiche diverse dalla restante vigente legislazione nazionale. Queste “zone”, vengono solitamente create per attrarre e favorire maggiori investimenti nazionali e stranieri. Grazie a questa opportunità, territori in pieno degrado economico e sociale,  nel giro di pochi anni hanno registrato una forte espansione economica, con un Pil a doppia cifra e, soprattutto, sono diventate un’eccezionale polo di attrazione di investimenti nazionali e stranieri di importanti multinazionali, con risultati inaspettati sia sul piano della ricchezza prodotta, sia su quello, non meno importante, dell’occupazione.  
“Il termine “Speciale” nella ZES, indica una particolare gestione del sistema  economico di questi territori mediante esclusive facilitazioni fiscali per gli investimenti; defiscalizzazione dei costi e dei profitti;  maggiore indipendenza per la gestione della attività legate al commercio internazionale; lo sviluppo di nuove attività  basate su  caratteristiche economiche connesse alle incentivazioni per la formazione di joint-ventures con capitali misti locali e stranieri.
Solo così si potrà invertire la storia di Gioia Tauro che in questi anni ha purtroppo mostrato le “maglie larghe” di norme legislative e di una gestione che hanno permesso ad imprenditori senza scrupoli di incassare arbitrariamente incentivi nazionali e finanziamenti europei destinati alla creazione di nuovi insediamenti industriali, dando vita, però, a società fantasma, che nel tempo si sono dimostrate solo inutili scatole vuote, senza nessuna produzione e soprattutto senza lavoratori. Capannoni vuoti in un panorama desolante di assoluta inattività che non ha solo depauperato le risorse disponibili, ma è stata anche causa di incalcolabili danni economici e sociali a livello locale e di immagine di un territorio che è così diventato il simbolo del malaffare e della truffa ai fondi europei. Forti di quell’esperienza negativa  che oggi rappresenta una risorsa della quale prendere atto e dalla quale è necessario, per il bene di tutti, mantenersi molto lontani abbiamo la possibilità e l’occasione, forse l’ultima che ci è rimasta in un mondo di grandi e veloci trasformazioni economiche e sociali, di intraprendere un nuovo percorso che anche attraverso la realizzazione della ZES ci consenta di conquistare quel ruolo di protagonisti attivi e attenti nel panorama imprenditoriale meridionale, italiano ed internazionale, e per fare della Calabria non più una terra  di conquista, ma una regione di grande interesse economico, guidata da una classe dirigente  capace di affrontare le sfide che l’economia mondiale mette davanti a noi.

*Segretario-Questore Consiglio regionale della Calabria

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