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Curcio e le radici del Male

COSENZA Il Male è un tema ineludibile, affrontato da sempre in letteratura e filosofia, e tuttavia è forse la prima volta che esso viene narrato in forma favolistica. Una via inedita, percorsa da G…

Pubblicato il: 27/09/2012 – 21:54
Curcio e le radici del Male

COSENZA Il Male è un tema ineludibile, affrontato da sempre in letteratura e filosofia, e tuttavia è forse la prima volta che esso viene narrato in forma favolistica. Una via inedita, percorsa da Giuseppe Donato, medico, docente presso l’Università Magna Grecia, intellettuale con contaminazioni filosofiche, la cui ultima opera ha il titolo di Qelippot.
Il libro è edito dalla casa editrice Sensibili alle foglie, di Renato Curcio, ex leader delle Brigate rosse, che è tornato a Cosenza dopo diciassette anni. Infatti era il 1995 quando all’interno di un affollato auditorium del liceo classico, Curcio venne a presentare un’altra opera. All’epoca il sindaco Mancini volle salutarlo personalmente e in modo informale lo abbracciò davanti alla platea. Un ricordo rievocato da Eva Catizone, che con l’associazione “Angelina Mauro” ha organizzato l’evento culturale. Lo spazio scelto è stato il chiostro di San Domenico, “perché i luoghi hanno un senso”, ha spiegato l’ex sindaco della città. Al suo fianco l’autore del libro, Giuseppe Donato, poi Renato Curcio, Claudio Dionesalvi e Mario Occhiuto. Il sindaco di Cosenza era venuto per un saluto ed è rimasto invece fino alla fine dell’incontro.
Questo è stato uno di quei casi in cui la casa editrice e l’editore stesso si prendono la scena sull’opera e sul suo autore. Infatti a catalizzare l’attenzione era quell’uomo che, malgrado il tempo, non sembra essere invecchiato. Curcio era accanto ai suoi libri, dritto, schivo fino alla timidezza, stringeva mani e sorrideva con una dolcezza disarmante, sfoderando invece una forza impressionante nello spiegare come il Male abiti esattamente dentro ognuno di noi. La traccia del suo intervento partiva ovviamente dal libro, che narra in modo favolistico dell’esperienza nei lager nazisti, ma le parole di Curcio hanno portato parecchio oltre, affrontando la traccia dell’esperienza individuale che “è sempre plurale, collettiva, perché accomuna attraverso la parola, ma anche perché nessuna esperienza individuale è davvero tale”.
Di qui il lavoro della sua casa editrice, Sensibili alle foglie, che ha come scopo principale quello di dare voce agli invisibili, a quanti altrimenti non avrebbero ascolto, non potrebbero condividere la loro esperienza che è, come già detto individuale eppure sociale al tempo stesso. Il lavoro della casa editrice appare dunque fortemente di impronta sociologica, mettendo assieme soggetti sociali accomunati spesso solo dalla loro marginalità. Ed è esattamente dal loro incontro che “zampilla il sapere”, come dice sempre con voce pacata Curcio. L’obiettivo resta quello di mettere in circolo questo sapere zampillante, per “costruire legami sociali, la sola cosa preziosa davvero e fortemente minacciata, perché molti sono i poteri che vorrebbero rompere il senso della comunità”.

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