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D`Attorre: «Pd controllato da Roma? No e la Conferenza lametina è una riprova»

LAMEZIA TERME «La scelta del Pd di tenere in Calabria, a Lamezia Terme, la Conferenza nazionale sul Mezzogiorno è un segno del fatto che la segretaria nazionale non ha interesse a tenere sotto cont…

Pubblicato il: 28/09/2012 – 14:48
D`Attorre: «Pd controllato da Roma?  No e la Conferenza lametina è una riprova»

LAMEZIA TERME «La scelta del Pd di tenere in Calabria, a Lamezia Terme, la Conferenza nazionale sul Mezzogiorno è un segno del fatto che la segretaria nazionale non ha interesse a tenere sotto controllo il partito regionale». A domanda, così risponde il commissario Alfredo D`Attorre nella conferenza stampa tenuta per presentare i dettagli dell`iniziativa in programma sabato e domenica nella città calabrese. E, sempre presentando la kermesse che vedrà convergere in terra bruzia gli stati maggiori democrat, l`esponente bersaniano si è voluto schermire: «La scelta non rappresenta affatto un riconoscimento personale del mio lavoro in Calabria». Sarà. Ma, incontrando i cronisti nella sede regionale di Lamezia, il commissario è sembrato oltremodo soddisfatto per essere riuscito a porre un prestigioso suggello alla sua parecchio contrastata, e lunga, permanenza a queste latitudini. Che sia questo il “consuntivo” su cui D`Attorre vuole puntare di più, in questa fase che precede la scelta delle candidature per il Parlamento, lo si capisce più avanti quando – dopo avere spiegato la cronologia prevista nella due giorni – riferisce nuovamente soddisfatto: «Abbiamo già svolto ben il 65% dei congressi di circolo». Partito in forma? Nel weekend si potrà capire qualcosa di più, visto che D`Attorre ha dato per certa la presenza di Rosy Bindi ed Enrico Letta, anime della maggioranza bersaniana, presentati con evidente soddisfazione, mentre sul conto di Beppe Fiorioni ha detto: «Dovrebbe esserci domenica». Colonnelli calabresi in attesa dei loro riferimenti nazionali, quindi, che dovrebbero arrivare al Centro agroalimentare lametino per «una iniziativa – e qui il commissario è riapparso raggiante – che vedrà la partecipazione dall`inizio alla fine di Bersani». La convention si aprirà alle 15 di sabato con la «relazione introduttiva» di Umberto Ranieri, un napoletano molto vicino al presidente Napolitano, che ai tempi del Pci era collocato nella corrente migliorista del partito, quasi socialista. Preciso contraltare alle conclusioni che invece toccheranno, domenica intorno alle 13, al segretario Bersani, un altro ex Pci di quella leva di sinistra cresciuta nella “Emilia rossa”. Ecco forse spiegato perché un ex Dc come Fioroni, minoranza nel partito, è in forse. Insomma, la liturgia della Conferenza è scandita anche da presenze, terminologia e logistica molto tradizionali, perché «il vero nemico sarà questo caldo di settembre e la tentazione del mare», scherza D`Attorre, dicendosi certo di una massiccia partecipazione di delegati, che la segretaria nazionale sta ottimizzando. Ci sarà una «assemblea plenaria», che si chiuderà già sabato pomeriggio, per dare spazio poi alla riunione di «sei forum tematici su sviluppo sostenibile, welfare, Mediterraneo, legalità, istituzioni, saperi». In rappresentanza delle regioni meridionali dovrebbero prendere la parola due delegati per ogni territorio, mentre tra gli «ospiti esterni» che si alterneranno alla tribuna, D`Attorre ha citato il docente Carlo Trigilia, il direttore dello Svimez Luca Bianchi e l`imprenditore siciliano antimafia Ivan Lobello. Parterre importante, in cui il commissario inserisce un`altra vecchia bandiera ex Pci, Alfredo Reichlin, «che dovrebbe riuscire ad essere dei nostri». D`Attorre, che ha dedicato la seconda parte della conferenza stampa alle esternazioni sulla situazione politica regionale, ha poi definito «paranoica e macchiettistica l`autodifesa che Scopelliti sta facendo sul caso Reggio: anche a Roma, in ambienti politici interni al Pdl, hanno scoperto questo suo metodo e ne prendono le distanze» . Un D`Attorre accorato, anche quando, stabilendo un parellilismo tra il “caso Reggio” e il “caso Calabria” – anche per rimarcare il movimentismo del Pd, che in molti considerano tardivo su entrambi i fronti – ha dichiarato: «Scopelliti e Arena dovrebbero chiedere scusa ai reggini, come noi del Pd chiediamo scusa ai calabresi, consapevoli che gli errori da noi fatti in vista delle elezioni del 2010  hanno concorso a dare potere a Scopelliti».

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