Trigilia: selezione nuova per la classe dirigente

LAMEZIA TERME Il suo intervento è stato uno dei più apprezzati, seguiti e citati, nella prima giornata della Conferenza nazionale del Pd sul Mezzogiorno. Lo hanno ripreso praticamente tutti: Carlo Trigilia sul piano accademico è un`autorità di valore assoluto. Ordinario di Sociologia economica all`università di Firenze, Trigilia non ha il piglio del cattedratico che vive nell`iperuranio e si ferma volentieri a scambiare qualche chiacchiera con noi a margine del suo intervento. Spiega: «La questione del Mezzogiorno è decisiva per il futuro del Paese. E lo è ancora di più oggi, alla luce di due grandi processi che hanno cambiato il mondo: la globalizzazione e l`integrazione europea. Alla luce di questi avvenimenti, non è più sostenibile una tenuta assistenziale delle regioni del Sud. Ciò a cui eravamo abituati nel passato non tornerà più, ma non ce n`è ancora coscienza. Il Pd ha il dovere di rendere tutto questo di pubblico dominio».
Per Trigilia, «e` necessario cambiare sia la diagnosi che la terapia per salvare le regioni meridionali. Basta, non si puo` piu` accettare l`idea che la causa di tutto siano i pochi aiuti pubblici che sono stati ricevuti da parte dello Stato centrale». Anzi, dice ancora il docente universitario che fornisce un dato eloquente, «si stima che i trasferimenti a favore del Mezzogiorno abbiano rappresentato il 4% del Pil del nostro Paese. Stiamo parlando di 60 miliardi di euro».
Secondo il professore, «tutto questo è ammissibile se serve a garantire l`accesso ai diritti fondamentali da parte dei cittadini che vivono in aree depresse e che altrimenti ne sarebbero esclusi. Ma, a lungo andare, se queste condizioni non si avverano, significa che c`e` qualcosa che non va».
Trigilia non è affatto tenero nella sua disamina: «Ho usato una metafora per essere più chiaro: il problema del Sud non è la carenza dell`acqua ma la qualità dell`acquedotto. Ovvero la mancanza di controlli da parte dei governi, nazionali e locali, di ogni colore politico. Oggi, dunque, non si tratta solo di ridurre le risorse, come peraltro è già avvenuto nei fatti. La vera esigenza è di carattere politico – conclude -: per risollevare le sorti del Mezzogiorno bisogna rinnovare il metodo di selezione della classe dirigente».