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Medinex, chiesti tre anni di carcere per Maria Grazia Laganà

LOCRI Tre anni direclusione: è la richiesta di condanna fatta dal pm Giuseppe Adornato nei confronti della deputata del Pd Maria Grazia Laganà, imputata per truffa e falso nella qualità di ex viced…

Pubblicato il: 03/10/2012 – 12:52
Medinex, chiesti tre anni di carcere per Maria Grazia Laganà

LOCRI Tre anni direclusione: è la richiesta di condanna fatta dal pm Giuseppe Adornato nei confronti della deputata del Pd Maria Grazia Laganà, imputata per truffa e falso nella qualità di ex vicedirettore sanitario dell`Azienda sanitaria di Locri per una presunta truffa ai danni dell`ente in merito a forniture di materiale. Maria Grazia Laganà è la vedova di Francesco Fortugno, l`ex vicepresidente del consiglio regionale della Calabria ucciso a Locri il 16 ottobre del 2005. La condanna a due anni di reclusione è stata chiesta per l`ex dirigente dell`Asl di Locri, Maurizio Marchese, e per Pasquale Rappoccio, ex titolare della Medinex, la ditta fornitrice di materiale sanitario che avrebbe beneficiato degli appalti illeciti. L`assoluzione è stata chiesta, invece, per altri due ex dirigenti dell`Asl di Locri, Albina Micheletti e Nunzio Papa. La sentenza, che avrebbe dovuto essere emessa oggi, slitterà per l`assenza di uno dei difensori di Maria Grazia Laganà, Luca Maio, colpito da un lutto familiare. Assente al processo, per lo stesso motivo, anche Maria Grazia Laganà, legata da vincoli familiari alla persona deceduta. L`udienza è stata aggiornata al 6 ottobre per consentire all`avvocato Maio di fare la sua arringa.
Ed è prevista per sabato la sentenza del Tribunale di Locri (presidente Alfredo Sicuro).Stamattina, in difesa di Maria Grazia Laganà, è intervenuto l`avvocato Antonio Mazzone, il quale ha chiesto l`assoluzione della deputata sostenendo la sua estraneità ai fatti contestati. Anche gli altri avvocati hanno chiesto l`assoluzione dei loro assistiti. A conclusione dell`udienza sono intervenuti i legali dell`Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, parte civile nel processo, che hanno chiesto un risarcimento di 200mila euro a carico degli imputati che saranno eventualmente condannati.

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