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Gdm verso il fallimento, i dipendenti contro il commissario straordinario

È stata fissata al prossimo 30 novembre l’udienza davanti al Tribunale di Milano per esaminare le ultime richieste di ammissione alla massa passiva da parte dei creditori della Gdm. Per l’azienda r…

Pubblicato il: 14/10/2012 – 18:23
Gdm verso il fallimento, i dipendenti contro il commissario straordinario

È stata fissata al prossimo 30 novembre l’udienza davanti al Tribunale di Milano per esaminare le ultime richieste di ammissione alla massa passiva da parte dei creditori della Gdm. Per l’azienda reggina che gestiva 16 punti vendita di grande distribuzione in Calabria e Sicilia si profila dunque l’ormai inesorabile dichiarazione del fallimento.
Nell’ultima udienza, il giudice delegato ha effettuato una ricognizione dei crediti vantati nei confronti dell’azienda e ne ha decretato l’esecutorietà. Intanto, dovrebbe arrivare a breve la sospirata cassa integrazione per i 600 dipendenti del gruppo (attualmente sottoposto ad amministrazione straordinaria), che ormai da molti mesi non percepiscono più alcuna somma di denaro e dunque fanno i conti con gravissime difficoltà a gestire la vita quotidiana. Negli ultimi giorni, coincisi con lo scioglimento del Comune di Reggio per contiguità con la ‘ndrangheta, le iniziative di protesta da parte dei lavoratori si sono moltiplicate, fino all’occupazione dell’aula di Palazzo San Giorgio.
Gli stessi lavoratori hanno diramato una lunga lettera aperta esprimendo la loro preoccupazione e ribadendo le perplessità che, nel corso degli ultimi mesi, hanno manifestato, rimanendo però inascoltati. I dipendenti della Gdm ripercorrono le tappe della vicenda, a cominciare da quello che definiscono l’«incredibile ottimismo» del commissario straordinario, Marcello Parrinello, sulla possibile ripresa dell’attività dei punti vendita. «Parlava addirittura di reperire il management attraverso agenzie di selezione del personale. Incredibile, ma vero».
Eppure gli esercizi commerciali sono rimasti chiusi per tre mesi, fino a settembre. Una scelta dissennata perché «si sa che la chiusura dei punti vendita comporta perdita di valore per l’azienda: un cliente perso è un cliente guadagnato dalla concorrenza». Una ventina di giorni fa, il cambiamento di rotta – ricordano ancora i lavoratori – con la volontà di dare in fitto l’azienda, espressa dallo stesso Parrinello, che però ha recentemente spiegato che «purtroppo Gdm nel 2010 aveva un fatturato di 189 milioni di euro e quindi una certa appetibilità» mentre oggi «ha un avviamento quasi azzerato che non gli consente di aver forte potere contrattuale». Una sostanziale ammissione del danno cagionato dalla chiusura estiva.
I lavoratori della “Grande distribuzione meridionale” contestano poi la gestione aziendale condotta dal commissario straordinario che si sarebbe limitato a fornire quasi sempre indicazioni generiche e orali, mentre un impegno non sufficiente gli viene addebitato in merito alla cassa integrazione straordinaria che a tutt’oggi non è stata corrisposta. Tuttavia, grazie «all’interessamento di altre personalità come la dottoressa Raso, la dottoressa Surace della Prefettura di Reggio Calabria, il dottor Raffa (che ringraziamo pubblicamente per l’impegno dimostrato finora nei nostri confronti) sembra che la pratica sia stata rintracciata e abbia imboccato la strada giusta».
A Parrinello, sostanzialmente “sfiduciato”, i 600 dipendenti della Gdm chiedono «trasparenza in questo delicato passaggio e coinvolgimento» dei lavoratori e dei sindacati nella gara per la scelta dell’affittuario. Inoltre, sollecitano tempestive informazioni sugli sviluppi della situazione e propongono «l’immediata attivazione di un ufficio amministrativo a cui fare riferimento per le pratiche relative al personale,  inviando comunicazione ufficiale tramite lettera o altro mezzo idoneo». Infine, la richiesta di «sottoporre ai sindacati i nomi dei dipendenti che intende richiamare in servizio in modo tale da evitare tensioni tra gli stessi» lavoratori.

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