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Dopo una fuga rocambolesca beccato in un lido

REGGIO CALABRIA Salvatore Giorgi aveva scelto la tranquilla cittadina di Cervia per trascorrere la sua latitanza. Come un cittadino qualsiasi, viveva in una delle tante villette di un anonimo quart…

Pubblicato il: 18/10/2012 – 13:43
Dopo una fuga rocambolesca beccato in un lido

REGGIO CALABRIA Salvatore Giorgi aveva scelto la tranquilla cittadina di Cervia per trascorrere la sua latitanza. Come un cittadino qualsiasi, viveva in una delle tante villette di un anonimo quartiere periferico della località ravennate. Tutto è filato liscio fino a quando gli investigatori non hanno deciso di controllare i movimenti del suocero, dando vita a un pedinamento lungo centinaia di chilometri e durato parecchi giorni. Gli agenti della squadra mobile di Siderno e Ravenna hanno così catturato Giorgi al termine di una fuga rocambolesca, durante la quale l’esponente della famiglia Nirta ha tentato di far perdere le sue tracce prima a bordo di una Peugeot 107 e poi a piedi. Ma non è servito: pochi minuti dopo il trafficante di droga è stato individuato in un lido balneare del lungomare di Cervia e immediatamente trasferito nel carcere di Ravenna.
Giorgi è considerato dagli inquirenti un elemento di spicco della ‘ndrangheta calabrese, in quanto membro operativo della cosca Nirta, a sua volta federata con la famiglia Strangio. Due clan contrapposti al potente cartello dei Pelle-Vottari. Sono questi i due schieramenti criminali che hanno dato vita all’ormai tristemente famosa faida di San Luca, che ha fatto registrare una escalation di violenza culminata con la “strage di Natale” del 25 dicembre 2006 e con quella di Duisburg del 15 agosto 2007. L’ex latitante era specializzato nel traffico internazionale di stupefacenti, attività che svolgeva assieme ad altri soggetti legati alla criminalità organizzata come Michele Ascone, Vincenzo Perri e Gioacchino Bonarrigo. Tutti coinvolti nella cosiddetta operazione “Imelda”, nel corso della quale gli inquirenti hanno potuto accertare la caratura criminale di Giorgi. Un trafficante capace di incassare un maxisequestro di cocaina, pari a 980 chili, senza battere ciglio. «Non ti preoccupare – aveva detto al telefono al suo interlocutore che gli comunicava la notizia – andiamo avanti». Affermazione che basta a comprendere la capacità operativa ed economica dei clan della Locride, in grado di subìre colpi durissimi da parte delle forze dell’ordine senza che il loro potere ne risulti danneggiato. Giorgi è il cognato di Sebastiano Strangio, già coinvolto nell’operazione “Fehida I”. Quest’ultimo a sua volta è cognato di Giovanni Nirta, uno dei protagonisti assoluti della faida sanluchese. «Con questo arresto viene riaffermato lo stato di diritto», ha detto il capo della squadra mobile di Reggio Gennaro Semeraro. La cattura di Giorgi, secondo il procuratore aggiunto Nicola Gratteri, «conferma che i latitanti che trafficano droga non hanno l’obbligo di rimanere nel territorio controllato dalla cosca, ma si muovono continuamente in giro per l’Europa».

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