«Mi rammarica non poter partecipare alla conferenza stampa da voi indetta, trovandomi
fuori regione». E` quanto scrive la vicepresidente della regione, Antonella Stasi, in una lettera ai dializzati dell`ospedale di Crotone. Sabato mattina i malati hanno convocato la stampa e i rappresentanti istituzionali per fare il punto sulla situazione. Che è gravissima, con i dializzati che hanno minacciato a più riprese lo sciopero delle cure mettendo a repentaglio la propria vita pur di vedere riconosciuto il diritto dell’ospedale di Crotone ad avere un reparto di nefrologia.
La Stasi non partecipa ma invia una lettera dove tenta di difendere l’operato della Regione: «Il rammarico più grande – spiega infatti – è inflitto dalla consapevolezza di non potervi spiegare a voce quanto la mia persona e la giunta che rappresento, siano attenti al problema della sanità che, lo voglio ricordare, è commissariata, dunque sottoposta a regole stringenti ed a verifiche continue. Attento ai bisogni dei cittadini calabresi, il presidente Scopelliti sta tentando di mettere in atto un piano di rientro rigido ma che consentirà di adeguare i parametri sanitari della Calabria a quelli della media nazionale. Nello specifico per il caso del reparto di nefrologia dell`ospedale di Crotone, esaurita la fase contingente comportata dal piano di rientro e concluso il relativo riassetto delle reti di specialità, l`assistenza dei pazienti con malattie renali si dovrà basare su una rete di Strutture Complesse di Nefrologia (Scn), capillarmente distribuite sul territorio, negli ospedali di maggiori dimensioni con funzioni di centri di riferimento per l`assistenza nefrologica nel territorio di competenza».
Una ipotesi fortemente contestata dai dializzati, che da giorni protestano contro la decisione di Rocco Nostro, ma sostenuta dalla Stasi. Sempre attenta a misurare le parole in un settore, quello della sanità, dove forti sono gli interessi del marito. La scure del piano di rientro, secondo i dializzati, si abbatte invece in modo cieco sulla loro tragedia mostrando maggiore attenzione verso altri casi.
«Dunque, in attesa – prosegue Stasi – della ristrutturazione della rete nefrologica regionale, dove l`ospedale San Giovanni di Dio potrà riappropriarsi di una struttura nefrologica autonoma, la soluzione individuata dal management dell`Azienda sanitaria provinciale di Crotone appare, in prima analisi, una soluzione tecnica accettabile ma ritenuta (dagli stessi pazienti), non sufficientemente cautelante delle specificità mediche dei dializzati. Sicuramente questo governo regionale, per nessun motivo, farà mancare le attenzioni verso patologie gravose che spesso portano già di per sé notevoli disagi e sofferenze. Comprendo il vostro stato di agitazione, in quanto capisco la paura insita nella confusione delle informazioni e garantisco, da subito, l`attenzione della Regione Calabria verso la problematica confermando il massimo impegno per l`apertura al dialogo tra gli uffici del piano di rientro e codesta Asp che ci è sempre stata e che continuerà ad esserci».
Per ora, quindi, la Stasi non apre spiragli. Eventuali soluzioni più rispondenti alle esigenze dei dializzati potrebbero arrivare più in là: «Rinnovo la mia disponibilità – conclude la vicepresidente della giunta – ad intervenire nelle sedi opportune per aprire un tavolo di verifica sulla specifica questione, confermando la mia vicinanza ai pazienti ed ai loro familiari».
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