Tutto rimandato a mercoledì mattina. Il Consiglio dei ministri di stasera non ha affrontato la questione relativa al riordino delle Province. Il Cdm aveva infatti in agenda il decreto legge contenente «disposizioni urgenti in materia di Province e città metropolitane» del quale però non c`è traccia nel comunicato conclusivo della riunione.
LA SORTITA DI LOIERO Intanto martedì mattina l`ex governatore Agazio Loiero ha incontrato il ministro per la Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi. Al centro del colloquio la questione relativa al riordino delle Province. «È stato uno scambio di riflessioni – si legge in un comunicato – sulla complessa situazione delle Province in Calabria. Loiero ha approfondito il complesso tema delle Province ed ha richiamo alla memoria del ministro la storia dell`equilibrio territoriale, dal 1970 ai giorni nostri, e i suoi relativi sviluppi. Il ministro Patroni Griffi – è sempre scritto nella nota – ha ascoltato con grande attenzione le ragioni esposte da Loiero ed ha detto che questa riflessione sarà portata anche all`attenzione del Consiglio dei ministri, che nella seduta di oggi approfondirà questo tema al livello istituzionale».
In ogni caso, il governo mira ad approvare il decreto legge che riduce gli enti intermedi da ottantasei a cinquanta. E che l`esecutivo voglia fare presto non ci sono dubbi, se non altro per rispettare il desiderio espresso l`undici ottobre dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che aveva esortato ad avviare una «rapida, positiva conclusione del confronto in atto per il completamento del processo di riordino delle Province». Il decreto legge del governo farà chiarezza su numerosi punti rimasti finora oscuri. Nel 2013 dovrebbe scattare per tutte le Province il commissariamento, anche per quelle che manterranno i confini attuali. Ma questo scenario, avversato dall`Upi, l`Unione delle Province d`Italià, dovrebbe comunque consentire il mantenimento in vita degli enti attraverso commissari ad hoc che guideranno la transizione fino al 2014, anno che dovrebbe rappresentare il punto di partenza vero e proprio per il riordino. Che dovrebbe quindi far rimanere in vita cinquanta o cinquantadue enti nelle Regioni a statuto ordinarie, comprendendo anche le dieci città Metropolitane (Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria).
Secondo i desiderata del governo le Province diventeranno enti di secondo livello (avranno un consiglio provinciale e il presidente della Provincia) con funzioni di area vasta e saranno chiamate ad occuparsi di pianificazione territoriale e valorizzazione dell`ambiente, pianificazione dei servizi di trasporto, classificazione e gestione delle strade provinciali, regolazione della circolazione stradale, programmazione della rete scolastica e gestione dell`edilizia scolastica per le scuole secondarie di secondo grado.
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