Gli ambientalisti tornano sul piede di guerra. La decisione del governo Monti di non abbandonare il progetto del Ponte sullo Stretto e di continuare a valutarne la fattibilità, fa infuriare i convinti assertori dell’inutilità della grande infrastruttura che dovrebbe unire Calabria e Sicilia.
Il Wwf parla di «decisione pilatesca degna della Prima Repubblica e ingiustificabile per un governo dei tecnici».
«Il governo – scrive il Wwf in una nota – dopo ben 9 anni di studi (il progetto preliminare è stato presentato nel 2003!) ha già oggi tutti gli elementi per chiudere con il progetto, con il General Contractor (senza pagare penali) e con quell`ente inutile che è la Stretto di Messina spa». Il Wwf ricorda che l`opera costerebbe 8,5 miliardi, senza ripagarsi con il traffico stimato, è irrealizzabile dal punto di vista tecnico e va ad incidere su un`area vincolata e severamente tutelata dall`Europa.
Sulla stessa linea Legambiente, secondo la quale «non è la proroga per l`approvazione la strada più conveniente, ma al contrario quella di bocciare il progetto definitivo, perché tecnicamente irrealizzabile e dai costi insostenibili. E subito dopo occorre sciogliere la Società Stretto di Messina». Secondo Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, «il governo Monti ha preso una decisione sbagliata e contro l`interesse del Paese decidendo di continuare a sperperare soldi pubblici per una struttura inutile e per un progetto irrealizzabile. L`unica motivazione che si possa immaginare per questa scelta è quella per cui ha vinto la pressione della lobby del Ponte e di quel pezzo della maggioranza che ha sostenuto per anni questo assurdo progetto. Tenere in piedi per altri due anni il progetto del Ponte significa continuare a pagare studi e magari costruire inutili opere di collegamento a un opera che mai verrà costruita. L`unico vero progetto a cui dedicarsi con urgenza – ha concluso Zanchini – è quello per una finalmente efficiente e sostenibile mobilità nell`area dello Stretto».
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