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Uccisero padre e figlio, azzerato il gruppo di fuoco dei Giampà

È stato azzerato il terribile gruppo di fuoco della cosca Giampà di Lamezia Terme. Questa mattina gli agenti della Squadra Mobile hanno notificato l`ordinanza di custodia cautelare in cui vengono c…

Pubblicato il: 06/11/2012 – 9:13
Uccisero padre e figlio, azzerato il gruppo di fuoco dei Giampà

È stato azzerato il terribile gruppo di fuoco della cosca Giampà di Lamezia Terme. Questa mattina gli agenti della Squadra Mobile hanno notificato l`ordinanza di custodia cautelare in cui vengono contestati gli omicidi di Vincenzo Torcasio e del figlio Francesco, esponenti di spicco dell`omonima famiglia contrapposta, avvenuti a Lamezia Terme nei mesi di giugno e luglio 2011. Entrambi gli omicidi suscitarono allarme sociale in quanto il primo fu consumato all`interno di un campo di calcetto, alla presenza di numerose persone, e il secondo avvenne in pieno giorno nel centro cittadino. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti a sparare in entrambi i casi sarebbe stato Francesco Vasile, già raggiunto il 17 ottobre da un provvedimento di fermo; gli altri tre indagati Vincenzo Giampà, Alessandro Torcasio e Maurizio Molinaro avrebbero avuto il compito di accompagnare e prelevare Vasile dopo gli omicidi. A scatenare la ferocia del clan Giampà sarebbe stato il tentativo della cosca rivale di pretendere il pizzo da un distributore di carburanti già sotto estorsione dei Giampà. A decidere di eliminare Vincenzo e Francesco Torcasio sarebbe stato il boss Giuseppe Giampà che da pochi mesi ha scelto di collaborare con la giustizia. Proprio le sue dichiarazioni, insieme a quelle dei pentiti Angelo Torcasio e Umberto Egidio Muraca, hanno consentito agli investigatori della Mobile di dare un volto e un nome ai sicari. I particolari dell`inchiesta sono stati resi noti questa mattina durante una conferenza stampa cui hanno partecipato il questore Guido Marino, il capo della Mobile Rodolfo Ruperti e il suo vice Angelo Paduano. Ruperti ha sottolineato l`importanza delle dichiarazioni dei nove pentiti che in pochi mesi hanno deciso di collaborare con la giustizia, «non ci sono solo questi, adesso possiamo contare anche su imprenditori, commercianti, parenti di detenuti che ci contattano direttamente». Per il questore Marino «Lamezia è in una fase importantissima, i cittadini hanno l`opportunità di decidere da che parte stare. Non è un appello a gesti eroici, piuttosto un`invito a prendere atto che esiste una Squadra Mobile, una Dda e un commissariato di cui fidarsi e a cui rivolgersi con tranquillità. Lamezia – ha aggiunto il questore – non è la capitale dell`omertà, ora la comunità ha il modo di dimostrarlo».

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