L’Università di Pisa smentisce le notizie secondo cui il consiglio di amministrazione dell’ateneo avrebbe deciso il raddoppio delle indennità di carica del rettore, dei prorettori e dei direttori dei nuovi dipartimenti. Al fine dunque di rappresentare all’opinione pubblica in modo puntuale e corretto le decisioni assunte dall’ateneo, si precisa che «innanzitutto, l’obiettivo prioritario della manovra è stato quello di ridurre in modo sensibile la spesa complessiva per le indennità di carica e tale obiettivo è stato ampiamente raggiunto con la previsione di un risparmio complessivo di circa il 20% rispetto alla cifra spesa finora. Nell’ambito di quest’obiettivo di risparmio, la manovra ha previsto la rimodulazione di alcune indennità e la ridefinizione dell’ammontare di alcuni gettoni di partecipazione agli organi, per adeguarli al mutato assetto della governance dell’ateneo, vale a dire tenendo conto delle rilevanti novità introdotte dalla legge di riforma dell’università e dal nuovo statuto, che modificano radicalmente compiti e funzioni dei singoli e degli organi».
«Venendo, in concreto, alle cifre contenute nella delibera del cda – prosegue la nota dell`ateneo – si segnala che l’unico aumento percentualmente (ma non realmente) significativo è quello che riguarda i futuri consiglieri, i cui gettoni di presenza alle sedute (con una previsione di circa 15 sedute annue) passeranno da 162 a circa 320 euro lordo dipendente, per un compenso netto stimato in meno di 2.700 euro all’anno. Per quanto riguarda i direttori delle nuove strutture – che sono diminuiti da 60 a 20 – la loro indennità (alla quale è parificata quella dei prorettori), passerà da 5.050 euro lordo dipendente a circa 7.000 euro lordo dipendente all’anno (per un importo netto annuo di 3.500 euro). Infine, l’indennità del rettore, ben lungi dal risultare “raddoppiata”, passa, sempre su base annua, da 50.523 euro lordo dipendente a circa 56.000 euro lordo dipendente, mentre quella del prorettore vicario passa da 20.210 euro a circa 23.000 euro lordo dipendente (il che significa una indennità netta annua rispettivamente di circa 28.000 e 11.500 euro)».
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