La sera del 22 ottobre i capigruppo del consiglio comunale di Catanzaro sono stati convocati d`urgenza per discutere dell`apertura di un negozio che «vende strumenti per il sesso». Un sexy shop. La cosa sembra aver colto di sorpresa l`amministrazione comunale del capoluogo, eppure non dovrebbe essere così. Infatti, quell`attività commerciale al centro del furore puritano di una parte di città ha aperto grazie alle agevolazioni previste da un bando pubblico. Il neo commerciante catanzarese ha infatti richiesto di poter accedere ai fondi del microcredito gestiti dalla finanziaria della Regione, Fincalabra. Così il progetto per «vendere strumenti per il sesso» è passato di mano in mano, è stato analizzato e valutato. E alla fine è stato ritenuto valido. Così qualche mese fa sono iniziati i lavori nel locale di via Mario Greco, poi sono apparsi i cartelloni pubblicitari, fino all`apertura. Sempre senza che il Comune proferisse parola. A un certo punto però gli esponenti della Fiamma tricolore hanno iniziato a raccogliere le firme per far chiudere quel negozio «poco edificante e certamente squallido». A quel punto il Comune si accorge, o meglio si ricorda, del sexy shop. Non passano neanche 24 ore dalla nota della Fiamma che il solerte presidente del consiglio convoca con urgenza i capigruppo. Due giorni dopo, un`apposita ordinanza è già protocollata.
(Il servizio completo, a firma di Gaetano Mazzuca, è sul numero 74 del “Corriere della Calabria”, in edicola da venerdì 9 novembre)
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