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SAGGEZZA | Scalata mafiosa alla Comunità montana

REGGIO CALABRIA Saranno pure carozzoni, zavorre. Eppure sono molto appetitose, sia per i clan – che possono intervenire per infiltrarsi in lavori e gare d`appalto – che per la politica – sempre int…

Pubblicato il: 13/11/2012 – 17:34
SAGGEZZA | Scalata mafiosa alla Comunità montana

REGGIO CALABRIA Saranno pure carozzoni, zavorre. Eppure sono molto appetitose, sia per i clan – che possono intervenire per infiltrarsi in lavori e gare d`appalto – che per la politica – sempre intenta a piazzare i propri uomini e affermare sfere d`influenza. Le Comunità montane non sono così inutili: non quando c`è da sceglierne il presidente, almeno.
La Dda di Reggio Calabria ha documentato, nei brogliacci dell`operazione “Saggezza”, l`elezione del vertice della “Aspromonte orientale” e l`ingerenza delle cosche mafiose della zona, intente a permettere la scalata allo scranno più alto di Bruno Bova, vicesindaco di Ardore legato a doppio filo con gli affiliati al “locale” della cittadina. Il politico mette in campo le proprie aspirazioni e si lancia in una battaglia che alla cosca interessa molto. Il perché lo spiega il gip che ha firmato l`ordinanza: «Favorire un affiliato al “locale” di Ardore affinché raggiungesse una posizione direttiva piuttosto importante nell`economia del territorio, alla guida di un ente periferico in grado di gestire denaro pubblico e quindi bandire gare d`appalto, interloquire con gli apparati provinciali e regionali e condizionare, mediante le alleanze politiche e la spartizione delle varie cariche al suo interno, le scelte di una parte dell`elettorato, era un`occasione da non perdere, soprattutto per quella `ndrangheta inserita maggiormente nel mondo dell`imprenditoria, di cui facevano parte gli affiliati alla “Sacra Corona”».
Sono due i piani sui quali si ragiona per gli accordi: uno è politico, l`altro, invece, tira in ballo i clan della zona. Che, comportandosi da interlocutori alla pari, intervengono nella contesa rivolgendosi direttamente ai sindaci del comprensorio. Tutto nasce, però, dalle ambizioni di Bova, subito incoraggiate da Pietro Armando Crinò, direttore sanitario dello studio radiologico di Siderno e sindaco del Comune di Casignana (arrestato e poi scarcerato nell`inchiesta sulla discarica di quel Comune). L`Opa sulla presidenza della Comunità montana va iniziata con un documento programmatico da far sottoscrivere al sindaco e a due consiglieri (uno di maggioranza e l`altro di opposizione) per ciascun Comune, fino a raggiungere il numero di 24 adesioni alla sua proposta. È da questo momento in poi che il vicesindaco si affanna per raggiungere il risultato. Arriva fino a dove può. Si rivolge anche al senatore Pietro Fuda, «con cui discute in diverse occasioni in merito all`evoluzione della sua candidatura a presidente della Comunità montana». E poi spazia, dai sindaci della zona all`allora sottosegretario al ministero delle Infrastrutture, Luigi Meduri, «al quale chiedeva aiuto per sostenerlo nell`opera di convincimento degli amministratori locali chiamati a scegliere il presidente della Comunità montana». L`aiuto richiesto, però, secondo i magistrati «non aveva sortito l`effetto desiderato, tanto che l`indagato di Ardore affermava: “No, ma ho chiuso io”, intendendo di aver raggiunto lo scopo con i propri mezzi».
Il candidato alla presidenza si dà molto da fare, ma non si sente tranquillo. Fino a quando non decide «di percorrere altre strade per raggiungere l`obiettivo». La prima porta dritta all`utenza telefonica di Giuseppe Varacalli, capo del “locale” di Ardore. Da questo momento in poi la strada si mette in discesa. Bruno Bova, nelle conversazioni telefoniche, non nasconde la sua sicurezza (pur senza rendere esplicito il “retroscena” dell`interessamento di Varacalli): è «fiducioso sul buon esito dell`intervento» in suo favore del boss di Antonimina, «anche se sarebbe stato utile far apparire che si trattava di un successo ottenuto “politicamente” grazie all`intervento» di uno dei suoi alleati politici. Nei giorni clou – quelli in cui si gioca l`elezione a presidente della Comunità montana – Bova è nervosissimo. Attende novità da entrambi i lati. Ma sono quelle dal fronte `ndranghetistico a rassicurarlo: anche le preferenze di Antonimina sono al sicuro, nonostante fossero le più difficili da ottenere. Tutto è possibile «grazie all`ausilio degli esponenti mafiosi e non politici, saldamente legati dal vincolo associativo della “Sacra Corona”».

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