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E “Italianesi” sbarca in Albania per il centenario dell`indipendenza

L’Istituto italiano di Cultura di Tirana in collaborazione con il teatro nazionale di Tirana e l`International Theatre Festival “Skampa” di Elbasan, in occasione del centenario dell’indipendenza de…

Pubblicato il: 14/11/2012 – 11:02
E “Italianesi” sbarca in Albania per il centenario dell`indipendenza

L’Istituto italiano di Cultura di Tirana in collaborazione con il teatro nazionale di Tirana e l`International Theatre Festival “Skampa” di Elbasan, in occasione del centenario dell’indipendenza dell’Albania, ospiterà lo spettacolo teatrale “Italianesi”, di e con Saverio La Ruina (produzione Scena Verticale) mercoledì 21 novembre alle 19 a Tirana e giovedì 22 alle 18 a Elbasan. Lo spettacolo sarà sottotitolato in albanese.
Con “Italianesi”, La Ruina ha vinto il premio nazionale Enriquez per la drammaturgia 2012. Il monologo che ha debuttato lo scorso novembre al teatro India di Roma e poi è stato replicato a Milano, Napoli, Calenzano, Perugia, Venezia, Cosenza e Messina prima di approdare al Theatre de La Ville di Parigi ed essere inserito nel cartellone del Magna Graecia teatro festival.?Il testo dell`ultima pièce dell`attore e regista di Scena verticale (sul palco con musiche originali eseguite dal vivo da Roberto Cherillo) l`anno scorso, nella sua prima stesura, era giunto nella cinquina dei finalisti al Premio Riccione per il Teatro 2011. Ispirato a storie vere, narra la tragedia inaudita, rimossa dai libri di storia, consumata fino a qualche giorno fa a pochi chilometri dalle nostre case. Alla fine della seconda guerra mondiale, migliaia di soldati e civili italiani rimangono intrappolati in Albania con l’avvento del regime dittatoriale, costretti a vivere in un clima di terrore e oggetto di periodiche e violente persecuzioni Con l’accusa di attività sovversiva ai danni del regime la maggior parte viene condannata e poi rimpatriata in Italia. Donne e bambini vengono trattenuti e internati in campi di prigionia per la sola colpa di essere mogli e figli di italiani. Vivono in alloggi circondati da filo spinato, controllati dalla polizia segreta del regime, sottoposti a interrogatori, appelli quotidiani, lavori forzati e torture. In quei campi di prigionia rimangono quarant’anni, dimenticati.?Come il “nostro” che vi nasce nel 1951 e vive quarant’anni nel mito del padre e dell’Italia che raggiunge nel 1991 a seguito della caduta del regime. Riconosciuti come profughi dallo Stato italiano, arrivano nel Belpaese in 365, convinti di essere accolti come eroi, ma paradossalmente condannati ad essere italiani in Albania e albanesi in Italia.?Il premio Franco Enriquez arriva a coronamento di una tournée che in meno di un anno ha già dato ottimi risultati di pubblico e critica. Nelle passate edizione (quella 2012 era l`ottava) tra i premiati si ricordano Massimo Ranieri, Pupi Avati e Barbara de Rossi.

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