REGGIO CALABRIA Un personaggio apparentemente anonimo, un anziano pensionato ritornato dall`America da pochi anni si è rivelato il capo indiscusso di un`associazione per delinquere ben articolata sul territorio. È il profilo che i magistrati dell`antimafia reggina tracciano di Vincenzo Melia, ritenuto il capo della “Corona”, la sovrastruttura criminale che guidava la `ndrangheta nella Locride. Un uomo che fondava il suo potere su relazioni ramificate: dagli Stati Uniti in Australia, per arrivare a Platì e Oppido Mamertina. È l`approccio che serve alle mafie “glocali” per diversificare i prodotti. Altro elemento essenziale sono i canali giusti per riciclare il denaro sporco, un «complesso di movimenti di denaro compiuti direttamente da Vincenzo Melia».
Uno dei filoni di “Saggezza”, l`inchiesta che ha portato all`arresto di 39 persone e illuminato la gestione dei locali di `ndrangheta della Locride, è dedicato proprio ai movimenti di denaro. Ed è destinato ad allargarsi. Lo spiega proprio il giudice per le indagini preliminari nell`ordinanza. Gli accertamenti, finora, sono riusciti «a ricostruire con precisione il passaggio dei capitali», ma mancano ancora «verifiche documentali dei movimenti bancari compiuti dai vari protagonisti». Una volta in possesso delle singole transazioni e delle verifiche fiscali necessarie, l`inchiesta potrebbe ingrossarsi: «Solo grazie a tali dati sarà possibile risalire all`identità di tutti i soggetti coinvolti e quindi ad ampliarne il numero attuale».
Dunque, “Saggezza” punta sulle banche, per incrociare i dati su versamenti, bonifici e depositi con il tenore di vita degli indagati. Ed individuare eventuali connivenze e “appoggi” offerti alle cosche.
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