REGGIO CALABRIA Antonio Rappoccio ha callidamente perseguito un crimine odioso e la Procura della Repubblica ha legittimato l`intervento della Procura generale, laddove ha omesso di perseguire nella sua interezza quel crimine odioso. È quanto mette nero su bianco il Tribunale del Riesame nella motivazione, depositata oggi, della decisione di respingere ogni ricorso della difesa dell`ex consigliere regionale e mantenere lo stesso allo stato della detenzione in carcere.
I magistrati del Riesame, in particolare, evidenziano come «la struttura organizzativa ideata e coordinata da Rappoccio era fondata non solo su un mero progetto di captazione del consenso elettorale ma si sostanziava nella strumentalizzazione del bisogno occupazionale di migliaia di giovani elettori e delle rispettive famiglie attraverso il consapevole studiato utilizzo di uomini e mezzi in vista della creazione di una fittizia selezione concorsuale e rappresentando possibilità di lavoro apparentemente concrete».
Da qui la necessità di mantenere il «dovuto rigore» in una indagine che ancora deve completare il suo percorso, laddove lo stesso Tribunale del Riesame evidenzia come «il Collegio è colpito dalla pervicacia con la quale tutti i sodali sempre costantemente coordinati da Rappoccio mantengono in vita una selezione concorsuale per numerosi anni».
Ed anche sulla procedura scelta dalla Procura generale, laddove ha strappato le indagini alla Procura della Repubblica condividendo le lamentate “timidezze” denunciate dall`avvocato Aurelio Chizzoniti, il Tribunale del Riesame non ha dubbi: «Coerente in tal senso e priva di contraddizioni è la ricostruzione effettuata dalla Procura generale nella richiesta di misura cautelare, condivisa dal gip nel provvedimento impugnato».
Insomma: «Gli elementi di indagine raccolti consentono, allo stato, di ritenere fondata, quantomeno a livello indiziario l`ipotesi accusatoria essendo emerso un sistema coordinato e stabile, basato su un`organizzazione strutturata e solida, di captazione fraudolenta del consenso elettorale di centinaia di giovani elettori, cui veniva offerta e presentata come altamente probabile un`assunzione lavorativa in cambio del “sostegno” politico elettorale di Rappoccio dominus di tutta la vicenda».
Ed anche sull`esistenza del contestato reato associativo, i giudici del Riesame non hanno dubbi: «Oltre ai numerosi esposti dell`avvocato Chizzoniti, il Collegio rileva che la ricorrenza degli elementi dell`associazione per delinquere contestata discende in primis dalle dichiarazioni dei soggetti sentiti a sommarie informazioni dagli organi inquirenti o comunque pervenute alla conoscenza degli organi investiganti, attraverso la produzione di memoriale agli atti del Tribunale».
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