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«No al ridimensionamento della stazione di Lamezia Terme»

LAMEZIA TERME «L’ipotesi di declassamento della stazione ferroviaria di Lamezia Terme, uno degli scali ferroviari più importanti e strategici della Calabria, se confermata, rappresenta un ulteriore…

Pubblicato il: 17/11/2012 – 13:48
«No al ridimensionamento della stazione di Lamezia Terme»

LAMEZIA TERME «L’ipotesi di declassamento della stazione ferroviaria di Lamezia Terme, uno degli scali ferroviari più importanti e strategici della Calabria, se confermata, rappresenta un ulteriore e penalizzante atto messo in campo dal gruppo Ferrovie dello Stato che prosegue, con arroganza, nel suo disegno di abbandono del sud e della Calabria in particolare. E quanto afferma in una nota il presidente del consiglio regionale Franco Talarico. «Siamo di fronte ad una politica industriale che non si può che definire “secessionista” – prosegue – da parte di una società pubblica che continua nella sua strategia di abbandono che non è possibile accettare e che richiede immediati interventi del governo, del ministro dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture e dei trasporti in particolare, e del Parlamento.  La stazione ferroviaria di Lamezia Centrale, se trasformata in semplice fermata, senza più presidi e servizi essenziali, e completamente chiusa di notte, come si ipotizza, rappresenterebbe l’ulteriore spoliazione, nell’ambito del sistema dei trasporti ferroviari in Calabria».
«Un ridimensionamento che arriva dopo il declassamento già avvenuto di altri scali ferroviari e la soppressione di treni a lunga percorrenza che collegavano la Calabria al Nord e viceversa. Il gruppo Ferrovie dello Stato fugge dalla Calabria – dice ancora Talarico – non assicura più servizi essenziali e crea grandi danni al nostro territorio, operando in maniera discriminatoria tra le diverse aree del paese. Senza un sistema di trasporto ferroviario efficiente, con strutture e servizi adeguati – conclude Talarico – l’Italia non può dirsi integrata fisicamente. Il gruppo Ferrovie dello Stato, con la sua politica penalizzante, dimostra di andare in senso contrario alle esigenze del paese. Istituzioni, forze sociali, rappresentanti tutti della Calabria in Parlamento, informazione, debbono muoversi in sintonia e far fronte comune su una questione dalla quale dipende buona parte delle nostra capacità di crescita e di sviluppo».

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