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CASO GAROFALO | Corpo carbonizzato in Brianza

MILANO Il ritrovamento di alcuni monili come una collana e degli anelli hanno convinto gli inquirenti che i resti trovati in un campo in Brianza sono quelli di Lea Garofalo, la testimone di giustiz…

Pubblicato il: 21/11/2012 – 10:47
CASO GAROFALO | Corpo carbonizzato in Brianza

MILANO Il ritrovamento di alcuni monili come una collana e degli anelli hanno convinto gli inquirenti che i resti trovati in un campo in Brianza sono quelli di Lea Garofalo, la testimone di giustizia uccisa dall`ex compagno, Carlo Cosco, in primo grado condannato all`ergastolo. Pur non essendovi la certezza assoluta, che verrà determinata dall`analisi del dna, al momento vi è comunque un`elevata probabilità che i resti trovati – la notizia è stata anticipata dalla Stampa – siano quelli della donna. Dal processo era emerso che la donna, dopo essere stata uccisa, era stata sciolta nell`acido. Sembra invece che il corpo sia stato bruciato. Stando alle indagini che hanno portato al ritrovamento dei resti in un campo in Brianza che sembrano appartenere con elevata probabilità a Lea Garofalo, la donna non sarebbe stata sciolta nell`acido, ma strangolata e poi carbonizzata.
Nella ricostruzione fornita nel corso della requisitoria di primo grado dalla pubblica accusa, che ha chiesto e ottenuto dalla corte d`assise di Milano la condanna all`ergastolo di sei persone tra cui l`ex compagno della donna, Lea Garofalo, dopo il sequestro sarebbe stata raggiunta da un colpo di pistola, quindi probabilmente dentro una fossa biologica di un magazzino tra Milano e Monza sciolta in 50 litri di acido. Per la certezza definitiva si aspetta ora l’esame del dna, ma sembra altamente probabile che quei resti appartengano proprio alla giovane assassinata secondo i codici di ‘ndrangheta durante una vera e propria esecuzione da Carlo Cosco, padre di Denise, con la complicità di altre cinque persone tra cui i fratelli dell’ex compagno di Lea.

IL LEGALE DELLA FAMIGLIA: CONFERMATA LA FONDATEZZA DELLA SENTENZA
«Il ritrovamento dei resti umani di Lea Garofalo rappresenta l`ulteriore drammatica conferma della fondatezza della sentenza di condanna all`ergastolo di Cosco Carlo e degli altri complici». Lo afferma l`avvocato Roberto D`Ippolito, legale delle parti civili, la sorella di Lea, Marisa e la madre Santina Miletta, che è morta dopo una grave malattia i primi di novembre. «L`esame autoptico – ha aggiunto il legale – consentirà di conoscere nuovi particolari del delitto, consumato con particolare ferocia».

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