CATANZARO Illegittimità delle operazioni elettorali nelle sezioni 3, 4, 18, 24, 28, 37, 60, 85. Quando il presidente della seconda sezione del Tar di Catanzaro, Massimo Calveri, pronuncia la sentenza nell’aula parte un fragoroso applauso. Quasi 6.500 cittadini del capoluogo torneranno alle urne. Il tribunale ha anche disposto l’annullamento dei verbali dell’ufficio elettorale centrale con cui erano stati proclamati il sindaco e i consiglieri. A Palazzo De Nobili, dopo appena sei mesi, potrebbero tornare i commissari. Un’eventualità che il centrodestra catanzarese sta cercando in queste ore di evitare. Subito dopo la sentenza infatti, si è tenuta una riunione straordinaria della giunta presieduta dal vicesindaco Baldo Esposito (Abramo si trova a Roma). L’esecutivo comunale ha dato mandato ai propri legali di chiedere la sospensiva del provvedimento in attesa del ricorso al Consiglio di Stato.
Mentre la giunta si trovava riunita a pochi metri di distanza il centrosinistra incontrava la stampa per annunciare la richiesta di esecuzione immediata della sentenza. Bisognerà comunque attendere dieci giorni per conoscere le motivazioni che hanno portato i giudici ad accogliere i ricorsi presentati dai legali di Salvatore Scalzo, gli avvocati Giuseppe Pitaro e Vincenzo Cerulli, e dai rappresentanti del Pd e di Sel Franco Tallarigo, Fernando Miletta e Giuseppe Pisano (assistiti dagli avvocati Oreste Morcavallo, Francesco Pullano, Giuseppe Olanda e Giuseppe Pitaro). Non sembrano aver ottenuto successo invece le argomentazioni degli avvocati di controparte, Giuseppe Iannello e Francesco Scoca, per sindaco e Comune, Paola Procopio per Ivan Cardamone e Francesco e Chiara Scalzi per Domenico Tallini. Anche oggi avevano ribadito la loro convinzione che le irregolarità riscontrate erano da attribuirsi a errori materiali che comunque non avevano intaccato l’espressione del corpo elettorale.
La sentenza di oggi pone, al momento, alcuni paletti nella lunga vicenda iniziata a urne ancora aperte. La notte del 7 maggio l’attenzione si era concentrata sulla sezione 85 del quartiere Lido. I rappresentanti di lista del centrosinistra fecero notare che qualcosa nei conti non tornava, tanto da richiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Passerà più di un mese prima che l’ufficio elettorale centrale proclami sindaco e consiglieri. Nel frattempo, però, Scalzo e il suo comitato hanno raccolto decine di testimonianze e spulciando tra i verbali dei seggi hanno raccolto un lungo elenco di irregolarità che sarebbero avvenute in 21 delle 90 sezioni del capoluogo. Dopo la presentazione del ricorso al Tar i giudici decidono di far ricontare le schede in quelle 21 sezioni. Il risultato, la sentenza di oggi lo dimostra, è che in otto seggi si sono verificate anomalie tali da indurre la magistratura amministrativa ad annullare l’esito del voto. Il provvedimento intanto è stato trasmesso alla Prefettura che, qualora la richiesta di sospensiva fosse rigettata, dovrà nominare la commissione, ma anche alla Procura della Repubblica. Finirà sulla scrivania del pm Gerardo Dominijanni che sta conducendo un’indagine su una presunta compravendita di voti che ha già portato all’iscrizione nel registro degli indagati di un consigliere comunale, Francesco Leone. Il 9 dicembre si terrà l’udienza dell’incidente probatorio in cui verranno acquisite le testimonianze di 13 persone che già davanti al pm avrebbero raccontato di aver ricevuto proposte di vendere il proprio voto. Dopo mesi di polemiche, inizia a schiarirsi il quadro di quanto accaduto alle ultime amministrative del capoluogo calabrese.
x
x