CROTONE Sono a rischio i 100 milioni di euro che il governo nazionale, con una delibera Cipe del luglio scorso, ha assegnato a Crotone per il recupero dell`area archeologica dell`antica Kroton e per la creazione di un museo multisensoriale. La denuncia è stata fatta dal direttore regionale dei Beni culturali della Calabria, Francesco Prosperetti, intervenendo a un convegno organizzato dalla Funzione pubblica della Cgil di Crotone, tenutosi presso il Parco Pignera della città pitagorica. I 100 milioni di euro sono stati assegnati sulla base di progetti provvisori per cui se, nell`arco di tempi brevi, non saranno presentati i progetti definitivi la città rischia seriamente di perdere i fondi. Le ragioni del ritardo, così come è emerso nel convegno della Cgil, sono da addebitare al conflitto che si è determinato tra gli enti locali e, in particolare, tra la Regione e il Comune, su chi deve svolgere il ruolo di soggetto attuatore.
Il sindaco di Crotone, Peppino Vallone, presente all`iniziativa della Cgil, ha sottolineato la propria disponibilità a sedersi intorno ad un tavolo, con tutti gli altri soggetti interessati alla realizzazione del progetto per definire le strategie da adottare per passare dalla fase progettuale, rappresentata da schede orientative, a quella operativa che dovrà essere avviata con il progetto esecutivo.
L`area archeologica interessata dal progetto è quella antistante l`ex fabbrica chimica dell`Enichem. I resti archeologici più rilevanti del periodo greco sono, quindi, all`interno dell`area industriale interessata da un inquinamento considerato di interesse nazionale per la presenza di metalli pesanti. Prima di procedere con l`attività archeologica occorre bonificare quei sette ettari di terreno che custodiscono quello che è stato il quartiere più importante dell`antica Kroton. Due sono le questioni su cui occorre intervenire: prima bonificare e poi portare alla luce i resti. Ogni volta che si parla di bonifica viene prospettata anche la possibilità di impegnare le maestranze crotonesi che sono collocate in cassa integrazione o mobilità. Non è pensabile che, per un`attività altamente qualificata qual è quella archeologica, possano essere impiegati lavoratori non qualificati. La Regione Calabria avrebbe già dovuto provvedere a realizzare corsi di formazione per le maestranze, perché se dovesse partire il progetto di bonifica e archeologico si corre il rischio di dovere lasciare fuori i lavoratori di Crotone. Anche di questo si è parlato nel Convegno della Cgil.
La Regione doveva essere rappresentata dalla vicepresidente, Antonella Stasi, che ha disertato l`appuntamento per impegni presi in precedenza. Il segretario provinciale della Fp-Cgil, Franco Grillo, nella relazione introduttiva ha proposto di istituire «un tavolo permanente che consenta a tutti di avere voce nelle scelte essenziali per il futuro di Crotone e che riprenda gli strumenti del confronto e del coinvolgimento degli attori sociali nelle scelte che riguardano lo sviluppo economico e l`occupazione».
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