LAMEZIA TERME Molti boatos, pochi punti fermi. Nei partiti si lavora alacremente per accaparrarsi nomi di prestigio. È di queste ultime ore un colpo di scena che riguarda la Calabria e di cui si stanno occupando Berlusconi e Alfano. I due vorrebbero affidare il ruolo di capolista del Pdl alla Camera al magistrato Stefano Amore. Romano di nascita ma con un passato da sostituto procuratore a Reggio Calabria, Amore è tra le quattro toghe che hanno chiesto al Csm l`aspettativa elettorale. Gli altri sono Antonio Ingroia (“Rivoluzione civica”), Piero Grasso (Pd) e Stefano Dambruoso (Italia futura). Amore, che è fuori ruolo da circa una decina di anni e attualmente riveste il ruolo di consulente giuridico al ministero dell`Economia, ha ottenuto il sì del plenum lo scorso 19 dicembre. Di recente è arrivato in riva allo Stretto per presentare (assieme al sottosegretario alla presidenza della Regione Calabria Alberto Sarra) il movimento civico “Proposta per l`Italia” vicino alle posizioni del centrodestra. Amore potrebbe sciogliere le ultime riserve nelle prossime ore e accettare di guidare la lista del Popolo della libertà in questa regione. Il suo nome tra l`altro corrisponderebbe in pieno all`identikit del candidato ideale tracciato dal Cavaliere: giovane, con la fedina penale immacolata e senza nessuna esperienza politica pregressa.
Ma c`è di più. Berlusconi è sempre più convinto di poter sbarrare la strada al centrosinistra di Bersani attraverso il conseguimento di un buon risultato al Senato. La legge elettorale assegna i premi di maggioranza su base regionale e per questo motivo l`ex premier avrebbe allertato i suoi uomini: «Serve l`impegno di tutti a maggior ragione nei territori dove governiamo». E la Calabria rientra proprio tra le regioni dove, secondo il Cavaliere, la vittoria è a portata di mano. Per questo motivo sarebbe in pressing sul governatore Peppe Scopelliti (oggi a Palazzo Grazioli è in programma un incontro) affinché accetti di scendere in campo, capeggiando al Senato la lista Progetto Sud, riconducibile a tutti i presidenti di Regione del Pdl (Caldoro, Cappellacci, Chiodi e Iorio) e che comprende personaggi come Gianfranco Micciché, gli ex ministri Raffaele Fitto e Mara Carfagna e forse anche l`ex governatore siciliano Raffaele Lombardo. Il raggruppamento sarebbe apparentato con la lista ufficiale del Pdl. A Scopelliti, che resta sempre convinto dell`idea di mettere in campo il movimento calabrese che porta il suo nome, l`idea non dispiacerebbe. Lui potrebbe guidare la lista al Senato e piazzare i fedelissimi nel movimento Scopelliti Presidente. E sì perché tra le ipotesi allo studio dei colonnelli pidiellini c`è anche quello di una tripartizione tutta calabrese del partito. In buona sostanza, al Senato, i calabresi potrebbero ritrovare sulla scheda elettorale i simboli di Pdl, Progetto Sud e Scopelliti Presidente. Usando una metafora si potrebbe riassumere il tutto con un marciare divisi per colpire uniti. L`obiettivo, infatti, è quello di conquistare il premio di maggioranza al Senato che in questa regione equivale a sei seggi. Se dovesse essere eletto, il governatore avrebbe poi sei mesi di tempo per scegliere se rimanere alla guida della Regione ovvero tenersi stretto il seggio in Parlamento. E questo è anche il motivo per cui tanti consiglieri regionali sono pronti a tentare questa nuova competizione elettorale. Da Alessandro Nicolò a Salvatore Pacenza, passando per Giovanni Nucera e Giovanni Bilardi, molti degli abituali frequentatori di Palazzo Campanella sono pronti ad aprire la campagna elettorale.
Le loro (legittime) aspirazioni si scontrano, però, con quelli degli uscenti. Certi di una ricandidatura in posizione più o meno blindata dovrebbero essere Jole Santelli, Dorina Bianchi, Pino Galati, Nino Foti e Tonino Gentile. Ma spazio potrebbe esserci anche per ex aennini come Giovanni Dima rimasto nel Pdl per via del suo amico e referente politico Gianni Alemanno. Tutto ciò sempre a patto che il Cavaliere non tiri fuori dal cilindro qualche altro colpo a sorpresa.
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