REGGIO CALABRIA Circa duecento persone hanno partecipato alla tradizionale manifestazione – o meglio “passeggiata civica” – con cui il movimento Reggio Non Tace ha ricordato quel 3 gennaio di tre anni fa, quando la bomba piazzata davanti al portone della Procura Generale segnava l’inizio di una stagione di paura, attentati e veleni in città. Un attentato poi rivendicato da Nino Lo Giudice, che si addosserà la responsabilità di quello, come di altri ordigni e intimidazioni che terrorizzeranno Reggio nel suo annus horribilis, nonostante le indagini avessero preso inizialmente tutt’altra direzione, puntando sulla cosca Serraino, dominus dei quartieri che dalla città si arrampicano verso l’Aspromonte. Ma mentre su quella stagione di bombe la Procura di Catanzaro istruiva un’indagine e un processo che tutt’oggi sta tentando di stabilire con una verità giudiziaria sul perché per mesi Reggio sia finita sotto scacco, in città quella bomba ha fatto deflagrare quello che in seguito è stato definito un “risveglio delle coscienze” È così che molti dei militanti definiscono la nascita del movimento Reggio Non Tace, che dalla semplice determinazione a costituirsi “scorta civica” dei magistrati all’epoca sotto attacco, si è trasformato in un presidio di legalità, trasparenza e partecipazione. Ed è per questo che oggi per il movimento non è stato semplicemente il momento del ricordo, tanto meno dell`autocelebrazione. Gli striscioni esposti dai militanti durante il percorso ripercorrono le tappe del movimento “nato per non tacere”, che ha continuato a denunciare anche quando è esploso “il bubbone al Comune” e che oggi, o meglio l’11 gennaio 2013, si appresta a far “esplodere la partecipazione dei cittadini, mai più sudditi”. È per l’11 infatti che i commissari prefettizi hanno fissato l’assemblea popolare che per oltre un anno Rnt ha chiesto – inascoltata – all’ex amministrazione Arena. Un appuntamento che il movimento ha preparato nel corso della lunga “passeggiata” da Via a Piazza Italia, distribuendo volantini e documenti per convocare i cittadini ad una riunione che li vuole “protagonisti e non spettatori”. Una battaglia che il movimento ha portato avanti con determinazione, raccogliendo firme e presentando ricorsi al Tar, senza piegarsi ai contentini che la vecchia giunta ha offerto loro nel corso dei mesi, come “l’assemblea popolare senza popolo” convocata da Arena e i suoi, di lunedì 2 luglio alle 9 del mattino, o agli improvvidi manifesti di endorsement che invece hanno coinvolto tanta blasonata antimafia. Qualche settimana fa la determinazione e la coerenza del movimento guidato da padre Ladiana sono state premiate. La tanto agognata assemblea, che il movimento ha preteso e perseguito per dare voce ai cittadini, ha avuto finalmente un luogo, un’ora e una data. Una vittoria importante per un movimento che si era ripromesso di “non tacere” e che oggi, nell`anniversario del giorno in cui una bomba ha cercato di annichilire la città, promette di far esplodere la coscienza e la partecipazione popolare, “unica garanzia di libertà”
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