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Lo scranno di Tassone e le cesoie di Bondi

LAMEZIA TERME Essere in cima alla black list di Enrico Bondi non può far dormire sonni tranquilli. L`ex commissario straordinario della Parmalat ed ex responsabile della spending review nazionale, …

Pubblicato il: 05/01/2013 – 15:46
Lo scranno di Tassone e le cesoie di Bondi

LAMEZIA TERME Essere in cima alla black list di Enrico Bondi non può far dormire sonni tranquilli. L`ex commissario straordinario della Parmalat ed ex responsabile della spending review nazionale, ha un compito piuttosto arduo: analizzare i profili dei possibili candidati nelle liste che sostengono la corsa alla presidenza del Consiglio di Mario Monti ed “eliminare” i cosiddetti “impresentabili”. I politici condannati in via definitiva o con procedimenti penali in corso e quelli che hanno già alle spalle due legislature in Parlamento. L`ex premier punta forte sul rinnovamento, a partire dai protagonisti della vita pubblica degli ultimi anni. In una parola: strada sbarrata ai dinosauri. Premesse che non fanno ben sperare il deputato uscente Udc Mario Tassone, in Parlamento da quasi 35 anni. Un record. Anche se, in realtà, nella speciale classifica dei Matusalemme della politica italiana, Tassone si piazza al secondo posto tra i deputati (dietro a Giorgio La Malfa, a Montecitorio dal lontano 1972) e al terzo tra i parlamentari (il punto più alto del podio è di Beppe Pisanu, con i suoi 39 anni al servizio della “cosa pubblica”).
Più che logico allora che nel mirino di Bondi finisca proprio il politico originario di Castrovillari, entrato in Parlamento per la prima volta nel 1976. A quel tempo il sequestro Moro era impensabile, malgrado la progressiva escalation terroristica delle Brigate rosse facesse temere il peggio; la strage della stazione di Bologna si sarebbe consumata solo quattro anni dopo; il muro di Berlino era un monumento alla solidità mentre “Tangentopoli” e il crollo della Prima Repubblica eventi impossibili anche solo da immaginare, fantapolitica stile Ray Bradbury.
Sembra passata un`eternità da quel 1976. Ma, a 69 anni, Tassone ha ancora voglia di “scendere in campo”, anzi, di “salire in politica”, per attenersi alla locuzione sdoganata dal candidato premier Mario Monti. L`ex primo ministro di un governo tecnico che adesso ha incaricato Bondi di “fare pulizia” per spianare la strada a rappresentanti della società civile e dare libero sfogo a un turnover politico che potrebbe mettere fuori gioco anche molti altri big dello Scudocrociato, tra cui il segretario del partito Lorenzo Cesa e Rocco Buttiglione.
Sono ore di grandi mediazioni e di incertezze, contrassegnate dalla ricerca della tanto agognata deroga, il lasciapassare per una nuova avventura parlamentare. Tassone ci spera, appellandosi anche alla considerazione (rilasciata ieri al quotidiano Repubblica) che la storia di un partito «non è solo aridi numeri, ma uomini in carne e ossa». La permanenza ultratrentennale nelle stanze dei bottoni non conta, valgono invece altri criteri. Come l`esperienza, va da sé.
Non solo numeri, insomma, perché «la gente vuole testimonianza, esempi». Quali? «In tutti questi anni ho seguito più il territorio che la famiglia, ogni fine settimana prendo la macchina e macino 700-800 chilometri: vedo piccoli paesi della Calabria, presenziare a convegni, stringere mani». Fare questa vita per più di tre decenni alla fine logora chiunque, come negarlo.
Ma Tassone – sottosegretario di Stato ai Lavori pubblici durante due governi Craxi e uno Fanfani, viceministro alle Infrastrutture durante due esecutivi targati Berlusconi – non ha intenzione di mollare neanche questa volta. A caccia del record assoluto. E poco importa se, una volta smessi i panni di “parlamentare perpetuo”, la pensione sarà piuttosto “magra”, malgrado una vita dedicata alla politica. «Mi hanno detto che prenderò 6.800 euro, una cifra molto modesta», disse lo scorso 18 ottobre durante la trasmissione “24 Mattino” su Radio 24. Dichiarazione che scatenò una bufera mediatica sul deputato calabrese. Che – sempre sul giornale diretto da Ezio Mauro – ha provato a minimizzare, specificando come quella sortita non fosse una inaccettabile lamentela, quanto «una battuta per ridere, una provocazione, scherzavo».
Adesso, invece, il tempo degli scherzi è finito. Bondi metta pure il veto, ma chi incarna la storia dell`Udc, che prosegue quella della vecchia Dc, non si tocca. Obiettivo candidatura: secondo Tassone, dopo 35 anni, si può ancora fare.

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