REGGIO CALABRIA Dopo 11 mesi, trascorsi anche tra sentenze del Tar e polemiche a non finire, si avvicina il momento in cui nella città dello Stretto si potrà tenere l`attesa assemblea pubblica del movimento “Reggio non tace” che, in queste ore, ha preparato il programma di massima per assicurare una partecipazione più larga e utile possibile. In una nota diramata dall`associazione, infatti, viene chiarito che l`incontro si terrà l`11 gennaio nella Sala Versace del Cedir, con inizio alle 18 e conclusioni previste intorno alle 21. Secondo quanto è stato disposto dagli organizzatori, «coloro che vorranno intervenire – con delle proposte attinenti l’oggetto dell’assemblea – potranno farlo facendone richiesta tramite l’Ufficio relazioni con il pubblico (Urp) del Comune, che ha sede sempre al Cedir, entro l’orario di inizio dell’assemblea».
L`incontro, che nel rispetto dello Statuto era stato richiesto con una sottoscrizione firmata da 845 cittadini il 17 febbraio scorso – volontà che l`ex giunta Arena non ha mai voluto assecondare, negando la convocazione anche di fronte ad un`ordinanza del Tribunale che poi ha appellata – avrà per tema “Legalità, trasparenza e partecipazione dei cittadini nella gestione della cosa pubblica”.
«L’assemblea – si afferma nella nota – era stata promossa dal movimento “Reggio non tace” affinché, attraverso tale strumento partecipativo previsto dallo Statuto comunale, si potessero analizzare i molteplici risvolti connessi alla mancata approvazione del bilancio consuntivo 2010 e al mancato rispetto di tante regole dello Statuto e del Testo unico sugli enti locali. Purtroppo, l’amministrazione comunale – a ottobre sciolta per contiguità alla ndrangheta – non colse l’opportunità di condividere con i reggini i motivi della crisi finanziaria, che già da tempo attanagliava la città, e non intese individuare – attraverso la democrazia partecipativa – strumenti utili a comprenderne le origini e a individuarne i rimedi».
Negli ultimi due mesi, dopo lo scioglimento del consiglio comunale, sono emersi in tutta la loro crudezza gli effetti catastrofici di «una grave e perdurante assenza di regole nella gestione dell’amministrazione comunale».
«Oggi – proseguono gli organizzatori – l’assemblea pubblica, in assenza del sindaco e del consiglio comunale, suoi interlocutori naturali, assume un significato in parte diverso e, per certi versi, più importante rispetto a quello per il quale era stata richiesta. I Reggini sono chiamati ad essere oggi più che mai protagonisti nella costruzione del loro futuro. Insieme ai commissari preposti al ripristino della legalità nel nostro comune, tutti noi reggini dobbiamo avere un moto di orgoglio. Abbiamo la possibilità di recuperare la nostra dignità di cittadini individuando un nuovo modo di gestire la città». Significativo l`appello finale rivolto dal movimento, che ha concluso lanciando una parola d`ordine multiculturale per definire attraverso quale metodo politico si intenda ottenere la costruzione di un «altro modello».
«Reggio, si cambia! Ubutu», si legge nel volantino. “Ubutu” è un termine africano che significa “insieme riusciremo a farcela”.
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