LAMEZIA TERME Più che di spaccatura, sarebbe più opportuno parlare di vera e propria frantumazione. Le primarie calabresi di Sel, anziché fortificare il partito, hanno creato una lotta intestina dagli esiti incerti. Sullo sfondo, le liste dei candidati alle prossime politiche, che accontentano pochi e lasciano scontenti in troppi. Dal coordinamento regionale dei vendoliani in programma per questa sera in un noto hotel di Lamezia non dovrebbero saltare fuori grosse novità, con la ratifica delle liste che vedono Nichi Vendola, Ferdinando Aiello e Andrea Di Martino candidati alla Camera e Ida Dominijanni ed Eva Catizone al Senato. Ma è proprio l`ex sindaco di Cosenza ad alimentare uno dei fronti caldi che agitano la vigilia elettorale di Sel. Più che una disfida con la nomenklatura calabrese, per la Catizone si tratta di un`aspra polemica con i vertici nazionali del partito, culminata con l`autosospensione dalla presidenza di Sel. A mandarla su tutte le furie è stato il ribaltone avvenuto in Toscana, dove la rivolta degli iscritti ha fatto sì che i vincitori delle primarie (tra cui l`ex allenatore di calcio Renzo Ulivieri) venissero piazzati ai primi posti delle liste. In quella regione, almeno inizialmente, era stata piazzata la stessa Dominijanni che, in caso di elezione, avrebbe potuto optare per il seggio in quella regione lasciando via libera alla Catizone in Calabria.
Ma i mal di pancia e le fibrillazioni riguardano soprattutto l`area socialista di Sel, incarnata dal capogruppo d`opposizione in consiglio comunale a Cosenza, Enzo Paolini. Che non ha partecipato alle primarie del 29 dicembre, ma sperava comunque in una candidatura. E, malgrado il diretto interessato si sia affrettato a specificare la sua volontà di rimettersi alle decisioni del partito, sono indubbi i malumori che agitano una parte consistente dell`elettorato di Sel.
Chi non nasconde le difficoltà del momento è lo stesso segretario regionale del partito, Andrea Di Martino, in ogni caso fermamente deciso a ratificare solamente i risultati scaturiti dalle primarie. «Siamo disponibili a ricucire lo strappo, ma a determinate condizioni»: questo il senso della riflessione di Di Martino, terzo candidato di Sel nella lista per Montecitorio. Detto in soldoni: chi non ha partecipato alle consultazioni del 29 dicembre non può avanzare richieste di sorta, che andrebbero a danneggiare soprattutto chi si è messo in gioco partecipando alle primarie. I sostenitori di Paolini – che avevano avviato una petizione popolare a supporto dell`ex presidente dell`Aiop – se ne facciano una ragione. Il consigliere regionale Ferdinando Aiello, la cui elezione alla Camera dovrebbe essere scontata, prova a mediare nel tentativo di evitare l`implosione dei vendoliani calabresi. «Dobbiamo riallacciare i rapporti con l`ala socialista – questo il suo pensiero –, non possiamo permetterci di perdere pezzi importanti del partito proprio alla vigilia delle elezioni».
Ma le fibrillazioni maggiori provengono dalla federazione di Reggio Calabria, che molto verosimilmente non avrà nemmeno un candidato del territorio in posizione potenzialmente eleggibile. È letteralmente imbufalita Laura Cirella, che senza usare troppi giri di parole ammette: «Potessi tornare indietro non parteciperei alle primarie». Per la giovane segretaria provinciale, quella andata in scena nelle ultime settimane «è una partita confusa che si è giocata a Cosenza tagliando fuori Reggio». Quanto alle presunte pressioni di Paolini, il ragionamento è più o meno questo: «Richieste inconcepibili da parte di chi non ha nemmeno partecipato alle primarie». Ma, al di là del caos che sta dominando la vita di Sel, a preoccupare Cirella è la possibilità di una bocciatura alle urne, perché la lotta fratricida, «oltre a penalizzare Reggio, rischia di penalizzare anche il consenso. Sel poteva segnare una differenza rispetto al Pd solo attraverso primarie vere. Invece in Calabria come nel resto d`Italia non c`è una federazione soddisfatta di fronte a quanto sta avvenendo». Il paradosso è stato la sigla delle primarie di Sel, se è vero come è vero che «il 28 sera (il giorno prima delle consultazioni, ndr) ancora non si sapeva chi era in corsa e chi no. Negli elenchi figuravano anche persone che in realtà avevano ritirato la candidatura». Insomma, una vera e propria babele, che potrebbe riverberare effetti altamente negativi alle prossime elezioni.
La delusione per come i vertici di Sel hanno gestito le consultazioni interne è cocente, alimentata soprattutto dalla scelta di schierare i cosiddetti “catapultati” nei listini bloccati. Il riferimento, neanche troppo dissimulato, è alla giornalista del Manifesto Ida Dominijanni. A indispettire i rappresentanti reggini è infatti un`amara constatazione: «Alla fine Sel presenterà due candidati di Cosenza (Catizone e Aiello) uno di Napoli (Di Martino) e uno originario di Catanzaro ma da anni residente a Roma (la Dominijanni, appunto). È una vera vergogna». Frantumazione e polemiche: a un mese dal voto, il partito di Nichi Vendola in Calabria è sempre più balcanizzato.
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