LAMEZIA TERME «Per i calabresi potrebbe esserci ancora posto nel Parlamento italiano». La battuta, tra il serio e il faceto, strappata a uno dei colonnelli più influenti del Pd locale, sintetizza bene ciò che potrebbe profilarsi all`interno del maggiore partito del centrosinistra. Perché durante le concitate giornate che hanno preceduto il via libera alle liste per Camera e Senato sarebbe stato raggiunto un accordo per far sì che i parlamentari chiamati nella compagine di governo si dimettano dall`incarico elettivo lasciando lo scranno occupato a chi viene dopo in lista. L`eventualità interessa da vicino la Calabria dal momento che sono almeno due i candidati al Senato indiziati di entrare al governo in caso di successo elettorale del centrosinistra. Il primo è il capolista Marco Minniti, che può contare sulla stima del segretario nazionale (non a caso è stato nominato qualche mese addietro responsabile del Pd per
la verifica dell`attuazione del programma di governo) e di altri big del partito come Massimo D`Alema e Walter Veltroni. L`altra in predicato di un posto da sottosegretario è Doris Lo Moro. Dalla sua parte c`è l`esperienza accumulata negli anni in cui ha svolto il ruolo di magistrato e uno sponsor politico di non poco conto come l`ex presidente della Camera Luciano Violante.
Se queste previsioni dovessero trovare conferma nella realtà è chiaro che anche chi al momento sembra tagliato fuori (è il caso dell`ex presidente della Provincia di Vibo Valentia Francesco De Nisi, collocato al sesto posto della lista al Senato) potrebbe avere speranze di entrare a Palazzo Madama. Secondo i sondaggi che circolano in queste ore al Pd, in caso di vittoria al Senato in Calabria (va ricordato che per questo ramo del Parlamento il premio di maggioranza è calcolata su base regionale), verrebbero assegnati quattro o, al massimo, cinque seggi. Il numero varia perché tutto dipende pure dal risultato (la soglia di sbarramento è fissata al 3%) che conseguiranno gli alleati di Sel, Centro Democratico e magari del Psi.
In ogni caso, ad avere il posto blindato sarebbero i “paracadutati” Micaela Fanelli e Angelo Argento, collocati al quarto e al quinto posto nella lista democrat al Senato. Inutile sottolineare che nella base serpeggia un certo malcontento per quella che viene letta come l`ennesima scelta calata dall`alto e imposta a un partito incapace di autodeterminarsi. E non manca chi già ironizza sul ruolo che avranno i due senatori in pectore. «Li vedremo – è la chiosa di un segretario di circolo del Catanzarese – impegnati sul territorio, dall`Aspromonte alla Sila? Viene da sorridere solo all`idea».
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