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Arrestati i complici del boss Mammoliti

SAN LUCA Senza il loro aiuto il boss Francesco Mammoliti non sarebbe mai riuscito a mettere le mani sull`appalto per la ristrutturazione della Casa della legalità e della cultura di San Luca. Quest…

Pubblicato il: 10/01/2013 – 10:19
Arrestati i complici del boss Mammoliti

SAN LUCA Senza il loro aiuto il boss Francesco Mammoliti non sarebbe mai riuscito a mettere le mani sull`appalto per la ristrutturazione della Casa della legalità e della cultura di San Luca. Questa mattina i carabinieri hanno arrestato l`architetto Giuseppe Iofrida (classe 1974) e il costruttore edile Giuseppe Nirta (`87). Per entrambi l`accusa è di associazione di tipo mafioso. La misura cautelare è stata emessa dal gip di del Tribunale di Reggio Calabria, Adriana Trapani, su richiesta della locale Dda. Il provvedimento rientra nell’ambito dell’indagine “Metano a San Luca”, che il 15 settembre 2011 aveva determinato il fermo di sette persone. Iofrida e Nirta sono considerati soggetti vicini alla cosca “fischiante”, il cui capo riconosciuto, Francesco Mammoliti, è stato arrestato durante la stessa operazione giudiziaria.
Secondo gli inquirenti Iofrida e Nirta, quest`ultimo nipote del boss di San Luca, con le loro condotte avrebbero assicurato al clan il controllo dell’appalto “Pon sicurezza casa della legalità e della cultura a Polsi”, che riguardava la completa ristrutturazione di un fabbricato rurale nella frazione del Comune di San Luca, per un importo di circa 600mila euro.
Sia l`architetto sia il costruttore hanno avuto un ruolo importante nella gestione occulta dei lavori, favorendo di fatto gli interessi della potente cosca di `ndrangheta. In particolare, Iofrida avrebbe avuto l`incarico di mantenere i collegamenti tra il boss Francesco Mammoliti – il vero dominus della ditta individuale intestata al nipote Stefano Mammoliti, che impiegava nei cantieri in questione i propri mezzi meccanici – e gli operai della ditta Nisca di Cotronei, aggiudicataria dell’esecuzione delle opere. L`architetto avrebbe inoltre, in modo reiterato e consapevole, depistato le indagini attraverso dichiarazioni fuorvianti. Da libero professionista, per giunta incensurato, Iofrida manteneva contatti telefonici con il boss di San Luca e con Francesco Messineo, arrestato nel luglio 2012 con l’accusa di essere l’alter ego di Mammoliti nella gestione dell’appalto. Contatti telefonici – intrattenuti attraverso l`uso di una sim card intestata a una compagna di scuola – sempre negati da Iofrida, ma confermati dalle indagini della polizia giudiziaria.
Una volta divenuto direttore tecnico della società Nisca, reale titolare dell’appalto, Iofrida avrebbe fatto assumere operai legati alla ‘ndrina Strangio “janchi” (secondo gli inquirenti «assoggettata» alla ‘ndrina Mammoliti), tra cui Antonio messineo (`72), colpito da un avviso di garanzia per intestazione fittizia di beni aggravata dall’aver agevolato organizzazioni mafiose e cugino di primo grado della moglie di Francesco Mammoliti. L’architetto Iofrida avrebbe anche chiesto all’impresa Nisca di stipulare contratti di nolo a freddo con l’impresa individuale di Stefano Mammoliti, ritenuta di proprietà dello zio, il boss Francesco, appunto. In questo modo Iofrida aveva di fatto creato l`assoggettamento del titolare della Nisca, Nicola Scavelli, costretto a mettere a libro paga gli uomini dei Mammoliti e a farne lavorare i mezzi meccanici.
Anche Giuseppe Nirta aveva rapporti stabili con il boss, soprattutto in  relazione all’appalto della Casa della legalità e della cultura. Come Iofrida, avrebbe cercato di depistare le indagini fornendo dichiarazioni fuorvianti e in contrasto con altri elementi di prova raccolti dagli inquirenti. Più volte ha ripetuto di non avere niente a che fare con l`appalto di 600mila euro e di non avere avuto contatti specifici con lo zio Francesco.
Secondo la Dda di Reggio, invece, Iofrida e Nirta erano consapevoli di fornire il proprio contributo per il raggiungimento degli obiettivi del clan che, grazie al loro aiuto, è stato in grado di accaparrarsi l’esecuzione delle opere pubbliche finanziate con il Pon sicurezza.

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