Confindustria: incremento tassa d`ancoraggio danneggia Gioia

REGGIO CALABRIA L`aumento della tassa d`ancoraggio colpisce prevalentemente il porto di Gioia. È il grido d`allarme lanciato da Confindustria Reggio Calabria che denuncia come l`aumento degli oneri per gli armatori potrà avere pesanti ripercussioni per l`importante scalo calabrese. All`indomani della comunicazione di Medcenter, società che gestisce il porto di Gioia Tauro, che ha annunciato una crescita del volume di attività del 18,5% nel corso dell`anno appena concluso quest`innalzamento della tasse, secondo gli industriali reggini, rischia di vanificare questo risultato.
Per Confindustria Reggio, infatti, «mentre è in atto uno sforzo collettivo per cercare di uscire dal tunnel della congiuntura negativa, il governo italiano ha varato un provvedimento che rischia di compromettere e vanificare l’impegnativo lavoro condotto fino a oggi. Il 24 dicembre scorso è stato infatti approvato il decreto interministeriale che ha imposto l’adeguamento dell’ammontare delle tasse di ancoraggio al 75% del tasso d’inflazione, la cui ultima determinazione risaliva al 1993». Questo si tradurrebbe, per i vertici dell`associazione degli industriali reggini, in un innalzamento per gli armatori che attraccano in Italia dei costi un terzo in più dello scorso anno. «A destare preoccupazione – si legge in una nota di Confindustria Reggio Calabria – è soprattutto il fatto che questa norma, in Italia, penalizza prevalentemente Gioia Tauro, che è l’unico porto che opera in un regime di reale concorrenza con gli scali più competitivi del Mediterraneo come Tangeri e Port Said. Realtà nelle quali non esiste la pesante imposizione fiscale che rappresenta un pesante handicap per l’unico settore nel quale la Calabria si pone in termini di leadership a livello internazionale».