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Candidature Pdl, fumata nera a Vibo Valentia

VIBO VALENTIA Acque agitate e molta incertezza in casa Pdl. La riunione del coordinamento regionale non ha prodotto significativi risultati nel senso che è stato ancora più chiaro il fatto che le s…

Pubblicato il: 10/01/2013 – 19:53
Candidature Pdl, fumata nera a Vibo Valentia

VIBO VALENTIA Acque agitate e molta incertezza in casa Pdl. La riunione del coordinamento regionale non ha prodotto significativi risultati nel senso che è stato ancora più chiaro il fatto che le scelte finali per la definizione delle liste saranno prese a Roma dal duo Berlusconi-Verdini. A questo proposito il governatore Peppe Scopelliti ha fatto sapere che lunedì, accompagnato dal vicecoordinatore del partito Tonino Gentile, sarà a via dell’Umiltà per un confronto con il Cavaliere e l’uomo macchina (ovvero Verdini) a cui è stato affidato il compito di selezionare i candidati. Nel corso dell’happening vibonese (tutti presenti a esclusione del senatore Giuseppe Valentino) sono state raccolte le disponibilità alla candidatura (arrivate da tutti gli uscenti e da gran parte dei consiglieri regionali) ma non sono mancati comunque i colpi a sorpresa. Come quello del presidente regionale della Giovane Italia, Angelo Brutto, che ha chiesto senza troppi giri di parole le dimissioni degli assessori regionali che intendono avanzare la loro candidatura per Camera e Senato. Chi c’era, infatti, racconta che la proposta non sia stata accolta con molto entusiasmo dai vari Giacomo Mancini, Piero Aiello e Antonio Caridi perché senza una collocazione nelle posizioni “blindate”, diventerebbe un suicidio politico lasciare la postazione a Palazzo Alemanni. Ma tant’è. E c’è tra l’altro chi non manca di far notare che la proposta di Brutto possa essere stata suggerita dallo stesso Scopelliti che in questo modo verrebbe esonerato dall’imbarazzo di dover chiedere un passo indietro ai suoi uomini.
I momenti di maggiore convergenza si sono registrati sulla richiesta (da formulare a Berlusconi) a evitare di mandare in Calabria candidati “paracadutati” da altre regioni («dovremo evitare di concedere spazio ai “D’Attorre di turno”», è stato il commento più ascoltato) e sulla necessità di chiedere la deroga per tutti coloro (senza nessuna distinzione) che sarebbero stoppati dai paletti imposti dall’ufficio di presidenza pidiellino. I tre requisiti base richiesti dai vertici sono: aver versato le quote mensili al partito (molti morosi si stanno precipitando a farlo), non avere alle spalle più di tre legislature piene (sarebbe fuori chi è stato eletto nel 1996) e superare i 65 anni. In ogni caso, sono in tanti a dirlo, sarà Berlusconi a pronunciare l’ultima parola.
Capitolo a parte, poi, la questione relativa agli apparentamenti tra il Pdl e le liste minori. La questione riguarda da vicino la Calabria dal momento che Scopelliti è uno dei maggiori azionisti di Grande Sud (che oggi ha incassato il sostegno dell’ex governatore siciliano Raffaele Lombardo) mentre il deputato Pino Galati è il coordinatore nazionale del movimento Cristiano Popolari. Quest’ultimo potrebbe presentare, su input del Cavaliere, liste autonome al Senato (nel Pdl sono convinti di potere riuscire a strappare il premio di maggioranza in Calabria) ma chiede in cambio una candidatura certa alla Camera e in una posizione di vertice.

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