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In piazza per l`ospedale di Castrovillari

REGGIO CALABRIA Basta uno striscione per far comprendere il senso di una battaglia civile: «Scopelliti spokkioso». Lo hanno affisso un centinaio di manifestanti, che questa mattina hanno dato vita …

Pubblicato il: 11/01/2013 – 14:43
In piazza per l`ospedale di Castrovillari

REGGIO CALABRIA Basta uno striscione per far comprendere il senso di una battaglia civile: «Scopelliti spokkioso». Lo hanno affisso un centinaio di manifestanti, che questa mattina hanno dato vita a un sit in pacifico davanti al consiglio regionale calabrese per chiedere il ritiro del decreto 191 della giunta regionale. Quello, per intenderci, che stabilisce l’accorpamento dell’ospedale “spoke” di Castrovillari, appunto, con la struttura di Acri. Insieme a loro, molti sindaci della cintura del Pollino, tra cui Domenico Lo Potito (primo cittadino di Castrovillari), Giovanni Manoccio (Acquaformosa), Francesco Pellicano (Frascineto), Franco Di Leone (Morano), Vincenzo Tamburi (San Basile). Tutti hanno chiesto un incontro con il governatore Peppe Scopelliti, nel quale hanno intenzione di chiedere un passo indietro rispetto al piano di riordino sanitario della zona e il mantenimento della struttura di Castrovillari secondo le impostazioni originarie previste dal Piano di rientro sanitario. Non si tratta di una questione di campanile, ma piuttosto di una lotta per garantire il diritto alla salute dei cittadini. Tiene a precisarlo il sindaco di Frascineto, che ribadisce come «si vuole sdoppiare lo spoke di Castrovillari per compensare la mancanza dei servizi essenziali ad Acri: rivendicazione legittima, ma soluzione sbagliata, perché alla fine a essere scompensati saranno entrambi i territori, con prestazioni sanitarie peggiori per tutti». ?Le preoccupazioni sono diffuse, anche alla luce del ridimensionamento o alla definitiva scomparsa delle strutture ospedaliere esistenti. Il sindaco di Acquaformosa, Manoccio, mette in fila numeri, eloquenti nella loro freddezza: «Fino a due anni fa nel Pollino, tra gli ospedali di Lungro, San Marco, Castrovillari e Mormanno, c’erano 150 posti letto per medicina/geriatria. Oggi sono 20, a fronte di una popolazione di circa 100mila persone, quotidianamente costrette all’emigrazione sanitaria». L’accorpamento Castrovillari-Acri, dal punto di vista di sindaci e manifestanti, sarebbe solo l’ultima iattura, da evitare a ogni costo. «È il colpo di grazia definitivo – aggiunge Manoccio -, per questo chiediamo l’immediato ritiro del provvedimento e l’attivazione nell’ospedale di Castrovillari di tutte quelle branche sanitarie già previste dal Piano di rientro». Adesso la palla passa a Scopelliti.

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