REGGIO CALABRIA «La discussione sui rifiuti serve a capire come affrontare le emergenze e per vedere se è arrivato il momento di mettere fine al commissariamento e affidare i pieni poteri alla Regione». Ha esordito così il presidente del Consiglio Franco Talarico. Lecito aspettarsi un dibattito proficuo, con relativa approvazione di un documento utile a risolvere (o, quanto meno, a limitare) l’emergenza. Peccato però che sul più bello il Pd abbia chiesto il differimento del punto all’ordine del giorno, ufficialmente per l’assenza in aula del governatore Scopelliti, impegnato nella preparazione delle liste per le elezioni politiche. Immediata l’approvazione da parte dell`Aula (unici contrari Mimmo Talarico e Giuseppe Giordano dell’Idv). Scatta subito il rompete le righe, dei rifiuti non si parla più. Né vengono predisposti interventi in grado di superare l’impasse in cui la Calabria si trova impantanata. Ma la monnezza continua a marcire sulle strade. Protestano solo i consiglieri Dattolo (Udc) e Caputo (Pdl), che lamentano di non essere stati avvertiti per tempo delle nuove disposizioni. Incomprensibili quanto bipartisan. Tranchant il commento di Mimmo Talarico: «È un atteggiamento gravissimo, la Calabria affonda nei rifiuti e questi si rifiutano persino di parlare».
GLI SFORZI (VANI) DI PUGLIANO C’era da aspettarselo, comunque. Pochi minuti prima ad ascoltare la relazione di Franco Pugliano c’era un’assemblea distratta e semivuota, che a tratti non sembrava per nulla interessata alla ricostruzione proposta dall’assessore all’Ambiente. Certo, l’analisi di Pugliano è stata lunga (e a volte anche piuttosto approssimativa) e, spesso, il titolare del dicastero ha dimenticato anche il suo stesso ruolo, dando libero sfogo a dichiarazioni più adatte a un semplice consigliere impegnato a esortare l’assessore competente (cioè lui stesso) all’azione.
Di due cose il membro della giunta sembra comunque sicuro: che «la stagione commissariale è arrivata al capolinea» e che a dare una grossa mano potrebbero essere «stili di vita più adeguati» per ridurre la produzione di rifiuti.
LA PIANIFICAZIONE REGIONALE Poi l`assessore guarda al futuro e prova a tracciare un quadro operativo in grado di affrontare i guai endemici nella gestione del ciclo dei rifiuti. «La Regione metterà in campo le risorse non appena avremo la responsabilità di questo sistema (cioè al termine della fase commissariale, ndr). È già pronta legge stralcio di riordino che ci consentirà di prendere atto delle disposizioni normative nazionali, al fine di organizzare i servizi pubblici locali e correggere il meccanismo che ha generato la crisi». Alcune ricette: Ato provinciali («per mettere fine a questo squilibrio che vede Reggio Calabria far parte di un comprensorio con Rossano e Crotone»), e un nuovo piano regionale sui rifiuti. Infine, un «accordo di programma quadro di 18 milioni per iniziare a realizzare qualche infrastruttura». Tra cui l’ampliamento della discarica di Alli (7 milioni), e gli impianti per i Comuni di Lago (3 milioni) e Terranova da Sibari. Anche i fondi Por – ha aggiunto Pugliano – saranno utilizzati «per colmare la mancata copertura del territorio cosentino».
LA MOGLIE UBRIACA E I RIFIUTI L’assessore usa metafore colorite per spiegare lo stato dell’arte. O meglio, l’instabilità storica del ciclo di smaltimento di cui la Calabria è vittima. «Dobbiamo decidere se vogliamo la botte piena o la moglie ubriaca. Non possiamo parlare di emergenza senza chiederci dove smaltire i rifiuti», ha detto Pugliano. Che ha anche rimarcato la necessità di affrontare il «problema tutti insieme, perché su questo tema non devono esserci steccati». Per il rappresentante della giunta il sistema continua a rimanere in disordine «nonostante i 15 anni di commissariamento e i poteri straordinari affidati a quell’ufficio».
Una stoccata a Vincenzo Speranza? No, perché Pugliano tiene a precisare la necessità di «non indirizzare le responsabilità solo a quell’ufficio, ma anche ad altri soggetti e istituzioni, che non hanno fatto quanto si poteva e doveva fare, a partire dagli enti locali fino a quelli regionali». Anche se un colpo di fioretto Speranza lo riceve comunque: «I commissariamenti non possano durare troppo a lungo. Chi ricopre questo ruolo non ha grandi stimoli a superare l’emergenza, ma cerca sempre di allungare i tempi della sua funzione».
LE CRITICITÀ Sono soprattutto due i fattori che non permettono alla Calabria di superare l’impasse ambientale e i problemi di smaltimento e conferimento dei rifiuti: scarsa attuazione della raccolta differenziata e un sistema tecnologico pubblico «incompleto». Pugliano sottolinea come la divisione tra Calabria nord, centro e sud produca una «distribuzione dei rifiuti piuttosto singolare», in un contesto dove il territorio cosentino continua a essere dimenticato da tutti, soprattutto «per quanto riguarda il sistema impiantistico (erano previsti un termovalorizzatore a Bisignano e altri tre impianti nelle zone vicine, ndr)». A determinare il cortocircuito anche il «mancato rispetto del principi di prossimità e autosufficienza territoriale».
SALTA ANCHE LA SANITÀ L’altro punto caldo era la discussione sulla sanità. Ma stavolta Talarico ha fatto bene a non esporsi. Salta anche questo punto all’ordine del giorno, perché – ha spiegato il presidente del Consiglio – «la legge Gentile-Chiappetta (che dovrebbe permettere il reintegro a tempo indeterminato di una comunque minima parte dei precari della sanità, ndr) è al vaglio dell’ufficio legale» di Palazzo Campanella. Lo scoglio da evitare è una nuova bocciatura da parte della Consulta. Almeno ufficialmente. È forte il sospetto che dietro il rinvio, l’ennesimo, ci sia un mancato accordo all’interno della maggioranza.
Restano le belle parole e grandi impegni. Peccato però che tutto rimanga esattamente come prima anche per quanto riguarda la sanità. Mentre di fronte all’emergenza rifiuti, la massima assemblea calabrese fugge. Anzi, forse è meglio dire «differisce» ad altra data, visto che siamo sotto elezioni.
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