LAMEZIA TERME Denis Verdini si è reso conto che la zattera del centrodestra è troppo piena per ospitare altri naufraghi. E così, con non poca fatica, si è trovato a rispondere a Elio Belcastro e ai suoi amici di “Popoli Liberi”, che per loro non era rimasto più spazio. Dunque, non ci sarà nessun apparentamento tra il movimento e il Pdl. Quasi superfluo sottolineare che l`ex sottosegretario all`Ambiente del governo Berlusconi c’è rimasto male. Con l`accordo, “Popoli Liberi” avrebbe avuto bisogno del 2% per accedere alla ripartizione dei seggi alla Camera e del 3% al Senato. Obiettivo difficile ma non impossibile soprattutto considerato il peso territoriale di alcune forze (confluite nel movimento) come il Partito Sardo d`Azione e la Liga Veneta. Ma niente da fare. Verdini, delegato da Silvio Berlusconi alle trattative elettorali, è rimasto impassibile davanti alle argomentazioni usate dallo stesso Belcastro e dal suo collega Arturo Iannaccone. «Evidentemente – è il commento amaro del deputato di Rizziconi – eravamo troppi forti e quindi hanno voluto tagliarci le gambe per evitare che potessimo togliere spazio alle altre formazioni minori del centrodestra»
Chi invece ha avuto via libera all`accordo elettorale con il Pdl sono i Cristiano Popolari di Mario Baccini e Pino Galati. Che con ogni probabilità presenteranno liste autonome al Senato nelle regioni dove l`esito elettorale è in bilico. Tra queste rientra la Calabria e Galati avrebbe assicurato al Cavaliere la possibilità di mettere in piedi una lista competitiva con dentro alcuni consiglieri regionali come Salvatore Pacenza, Mario Magno ed esponenti della società civile come il presidente di Unioncamere Calabria Lucio Dattola. In cambio, però, Galati chiede per se stesso una candidatura alla Camera in posizione blindata nella lista del Pdl. Le sue aspettative dovrebbero essere soddisfatte senza grossi problemi anche grazie a un accordo che lo stesso Galati ha stretto con i vertici calabresi del Pdl, rappresentati da Peppe Scopelliti e Tonino Gentile.
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