REGGIO CALABRIA «Il principale problema di Scopelliti? Non è mai diventato il governatore di tutti i calabresi. In fondo, è sempre rimasto il sindaco di Reggio Calabria». La battuta strappata a un alleato (cosentino) del presidente della giunta regionale, è la spia di un sentimento condiviso. Questa “ossessione reggiocentrica” preoccupa quasi tutti i partner politici del governatore.
Qualcuno lo dice sottovoce (o lo lascia dire a collaboratori meno esposti), altri tacciono aspettando la prossima mossa, il prossimo scossone. Il primo dell`elenco è la conferenza stampa che, oggi, Giuseppe Scopelliti dedicherà allo stato dei conti di Palazzo San Giorgio. Sarà, tanto per cambiare, uno Scopelliti bifronte. Sul palco salirà il governatore della Calabria, ma al microfono parlerà il sindaco della città dello Stretto. Per la verità, sindaco non lo è dal 2010, ma solo formalmente. Molti ricordano una battuta del presidente, poco tempo dopo l`elezione di Demi Arena a primo cittadino: «Ricordate che, da oggi, Reggio ha due sindaci». Un marchio di fabbrica impresso anche alla gestione delle cose calabresi. I debiti con Sorical? Per Reggio sono stati tagliati con una delibera molto criticata. I fondi per i lavori pubblici? Concessi in anticipo, addirittura prima che la progettazione fosse completata. Un occhio di riguardo poco gradito ai maggiorenti cosentini e catanzaresi di Pdl e Udc, che, nelle loro aree (elettorali) di riferimento, hanno dovuto fare i conti con tagli e stangate.
Adesso Scopelliti – con la campagna elettorale in corso, le liste del Pdl ancora da definire e la Calabria interessata da qualche problemino non trascurabile – riparte da Reggio Calabria e da una conferenza stampa pomposamente intitolata: «Ora parlo io…». Come se fino ad ora non avesse mai parlato del “buco” nelle casse del Comune o del percorso che ha portato allo scioglimento del consiglio comunale, definito solo pochi giorni fa l`atto finale di «un complotto europeo».
Chissà se il complotto europeo include anche la matematica e un paio di cifre incontestabili. Perché, pur partendo dal punto interrogativo sul disavanzo (che resta aperto da due anni), qualche certezza c`è. La prima è impressa nero su bianco sulla relazione degli 007 del ministero del Tesoro: il disavanzo di amministrazione ammonterebbe, al 31 dicembre 2010, a circa 170 milioni di euro. Nello scopellitiano «ora parlo io…» un passaggio su questa cifra mostruosa e individuata da un`autorità terza (non dal Pdl né dal Pd) sarebbe utile. Così come potrebbe aiutare un chiarimento sull`«omesso versamento di ritenute fiscali nei confronti dei dipendenti per 20.881.582,95 euro». Poiché si tratta di atti firmati, almeno in parte, quando era lui il sindaco, l`attuale governatore dovrebbe essere in grado di spiegare. O sull`«esposizione di un risultato di gestione non veritiero». Oppure, ancora, sulle «gravi irregolarità nella gestione dei residui».
Nei bilanci di Reggio Calabria si dichiarava, per far quadrare i conti, di poter contare su denari (milioni di euro) impossibili da riscuotere. Scopelliti, visto che ora parla lui, spiegherà finalmente perché? Dirà come si è arrivati a ««165 decreti ingiuntivi per un totale di 19milioni e 890mila euro; 4 pignoramenti immobiliari e 2 pignoramenti delle quote della Reges; 331 pignoramenti mobiliari presso terzi, per un totale di euro 1milione e 811mila euro; 409 pignoramenti mobiliari presso il debitore per un totale di euro 2 milioni 562mila euro»? Il totale fa 24 milioni 264mila euro, «che vanno riconosciuti come debiti fuori bilancio». Numeri e fatti riportati dalla Corte dei conti, non da uno dei tanti attori del «complotto europeo».
C`è, infine, la questione dei debiti, alla quale Scopelliti, in una recente nota, si è appellato per motivare la necessità del suo sfogo odierno: «Un dato ha particolarmente allarmato i cittadini: quello sui residui passivi, che alcuni media e determinati esponenti politici hanno voluto far passare come l’ammontare del “buco” dei conti comunali». Già, i cittadini di Reggio sono molto allarmati per un dato interpretato male, non per i cumuli di rifiuti, gli stipendi dei dipendenti comunali che arrivano in ritardo e i servizi inesistenti. E a cosa si riferisce la cifra citata da Scopelliti come “madre di tutti gli errori”? Vediamolo: «I dati relativi al rendiconto 2010 evidenziano la presenza di residui passivi (debiti) per un ammontare di euro 679.244.753,17», scrive la Corte dei conti. Ecco, adesso che i cittadini di Reggio Calabria sanno che la loro città ha 679 milioni di euro di debiti (a proposito, Scopelliti dirà come il Comune pensa di far fronte a questa massa?) si sentono molto più tranquilli…
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