REGGIO CALABRIA Bugie, nient`altro che bugie. Il Pd di Reggio non ci sta, e replica prontamente alle dichiarazioni dell`ex sindaco Scopelliti circa la situazione finanziaria e contabile del Comune. La situazione è completamente diversa rispetto a quanto affermato dall`attuale governatore, che durante la manifestazione “Ora parlo io” di giovedì scorso si è prodotto in una “difesa d`ufficio” appassionata della sua esperienza a Palazzo San Giorgio e di quella del suo successore, Demi Arena. «La città e i reggini sono stati costretti ad assistere attoniti alla maldestra e imbarazzante autodifesa dell’ex sindaco Scopelliti il quale, invece di chiedere scusa per aver fatto precipitare la città nelle attuali condizioni di sofferenza e caricato sulle spalle dei suoi cittadini il peso delle sue responsabilità, si è prodotto in un monologo degno del palcoscenico di Scherzi a parte», commentano i democrat in una nota al vetriolo. A non andare giù, sono soprattutto alcuni passaggi del lungo intervento del presidente di Regione, che «si è spinto senza alcun pudore a definire il bilancio del comune di Reggio come “il miglior bilancio d’Italia”, omettendo di dire, ciò che tutti sanno, che solo grazie al Pd e all’emendamento De Sena si sono potuti pagare gli stipendi ai dipendenti comunali. Altro che semplice disavanzo, investimenti e città cambiata».
Scopelliti, «invece di presentarsi come Alice nel paese delle meraviglie e sorvolare ancora una volta sulle cause che hanno determinato la situazione di deficit strutturale dei conti comunali, avrebbe dovuto dire perché la città è ridotta in queste condizioni di abbandono. Perché le strade sono piene di buche, perché manca l’illuminazione, perché non viene raccolta la spazzatura, perché Reggio sembra somigliare ogni giorno di più ad una città fantasma». Insomma, lo stato di salute della città non sarebbe dei migliori, a dispetto di quanto emerso durante l`ultimo bagno di folla del governatore.
Ma il Pd cittadino non si ferma, entra nel dettaglio delle cifre e chiede la verità libera da infingimenti su quel buco nero chiamato debito. Più che fare propaganda e rigettare qualsivoglia responsabilità, Scopelliti, «avrebbe dovuto spiegare perché si è accumulato un debito a bilancio di circa 300 milioni e un debito fuori bilancio che la Corte dei conti ha dichiarato essere non quantificabile. Mentre, dopo aver reso noto che non leggeva gli atti che firmava, ora ha rivelato che non si è curato nemmeno delle dozzine di rilievi prodotti nel corso degli anni dalla Corte dei conti». In ballo c`è la credibilità dell`ex amministratore della città, che in passato, per ben due anni, è stato il sindaco più amato d`Italia. Se Scopelliti «avesse avuto un minimo di onestà intellettuale – è scritto ancora nella nota – avrebbe dovuto spiegare che quei soldi sono stati rubati ai cittadini e sottratti alla città, descrivendo come sarebbe stata Reggio se quei 700 milioni fossero stati investiti in infrastrutture, opere pubbliche, servizi e occasioni di lavoro per i giovani».
“Ora parlo io” – il Pd non ha dubbi – è stato solo fumo negli occhi, un modo per travisare la realtà delle cose e per tacere su alcune questioni particolarmente scottanti. «I reggini si sarebbero aspettati anche che dicesse come ha fatto a non accorgersi che in tutti gli anni in cui ha disamministrato la città, la sua dirigente al bilancio (Orsola Fallara, dirigente al Bilancio morta dopo aver ingerito acido muriatico, ndr) distraeva ingenti somme dalle casse del Comune, senza attribuire, solo ora, in modo vigliacco e codardo, la colpa a chi non può replicare direttamente alle sue falsità».
Al governatore Scopelliti i democrat rimproverano anche la presunta mistificazione dei fatti perpetrata per lungo tempo: «La città si sarebbe aspettata che spiegasse anni e anni di negazionismo sui problemi finanziari dell’ente e che chiarisse perché se il Comune non è in dissesto, i cittadini pagano le tasse raddoppiate e triplicate come avviene nei comuni dissestati». Ma c`è un altro punto su cui l`ex sindaco ha preferito sorvolare: le ingerenze della criminalità organizzata nella vita amministrativa del Comune. Una presenza asfissiante che lo scorso ottobre ha portato allo scioglimento di Palazzo San Giorgio per contiguità con la `ndrangheta. Ecco perché – continuano i democrat – «la comunità reggina si sarebbe altresì aspettata che chiarisse come la `ndrangheta si è infiltrata nelle società miste e nelle stanze di Palazzo San Giorgio». Ma gli interrogativi inevasi sono tanti, troppi: «Perché le scuole delle periferie cittadine chiudono l’una dopo l’altra, perché gli asili nido comunali non riescono a garantire i servizi ai bambini lasciandoli senza riscaldamenti e mensa scolastica e perché ai librai non vengono rimborsati i buoni libro?». Domande rimaste senza risposte. Nel frattempo «le cooperative sociali sono costrette a chiudere perché il Comune è insolvente», si assiste ai «mancati pagamenti nei confronti del terzo settore», permangono le difficoltà di artigiani e imprese, «vessati dall’aumento stratosferico dei tributi degli ultimi tre anni», mentre le famiglie continuano a essere «tartassate da Imu, Tarsu e addizionale Irpef». Una lunga sequenza delle conseguenze drammatiche prodotte da una situazione economica instabile. Che non esclude neppure gli operatori culturali della città, che vogliono sapere «perché per anni si è mantenuto in piedi un contratto di 300mila euro con Villa Zerbi e al contempo si è deciso di dismettere beni di proprietà comunale come il Miramare». Da Scopelliti, il Pd reggino si aspettava parole di chiarezza, e che «vestisse i panni della verità. Almeno per un giorno».
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