REGGIO CALABRIA Le infiltrazioni mafiose, le censure della Corte dei conti su incarichi, stato delle società partecipate e contratti di finanza derivata, i servizi ai cittadini e il welfare. Se Giuseppe Scopelliti, con il suo “Ora parlo io”, voleva fare chiarezza, bisogna dire che ha mancato l`obiettivo. Almeno a parere del movimento “Reggio non tace”, che elenca tutti i passaggi mancati (o che avrebbero dovuto essere affrontati con più accortezza) nell`intervento del governatore ed ex sindaco di Reggio Calabria. Sono questioni fondanti per la vità della città. Che ha visto precipitare il livello di correttezza dei conti e aumentare quello delle contiguità mafiose. “Reggio non tace” ricorda i passaggi più significativi delle vecchie relazioni dei giudici contabili (anche se Scopelliti ha parlato di rilievi mai troppo gravi da parte della Corte dei conti) e anche le irregolarità segnalate dagli ispettori del ministero delle Finanze. Sono cose di cui il governatore ha preferito non parlare (o, nella migliore delle ipotesi, ha scelto di affrontare en passant). Ma sono proprio i fatti che, oggi, vengono analizzati dalla magistratura, contabile e no, e con i quali devono confrontarsi i commissari che guidano il Comune.
Di seguito, l`intervento integrale del movimento “Reggio non tace”.
Gentile Presidente Giuseppe Scopelliti,
tanti gli argomenti di cui avremmo voluto sentirla parlare giovedì scorso:
• Le infiltrazioni mafiose al Comune e nelle società partecipate e negli appalti;
• Il controllo sul trasferimento delle quote delle società partecipate dal Comune e sulle loro attività;
• Le irregolarità dei rendiconti del Comune evidenziate dalla Corte dei Conti sin dal 2008 (rendiconto 2006);
• Il welfare e i servizi al cittadino durante il suo mandato;
• La pesante situazione creatasi nel “terzo settore” in città;
• I criteri adottati nel procedere ai pagamenti nel corso del suo mandato.
Così non è stato. E allora proviamo a formularle le domande, sperando in una sua risposta.
1) Premessa la delibera numero 167/2008 della Corte dei conti – sezione regionale di controllo per la Calabria, si chiede di conoscere quali provvedimenti ha adottato l`amministrazione comunale per fronteggiare i rilievi mossi con riferimento alla: violazione della normativa del divieto di proroghe di contratti di servizi e mancato esercizio di qualunque controllo di legalità; eccessiva ed incontrollata spesa per incarichi e consulenze; illegittimità relative all’affidamento diretto del servizio di raccolta rifiuti; irregolarità delle procedure di conservazione dei residui attivi risalenti; ingenti debiti fuori bilancio; esposizione debitoria nei confronti della Regione Calabria; mancato controllo delle società ed organismi partecipati dal Comune, specie con riferimento al passaggio di quote societarie effettuato senza verifica ed autorizzazione; irregolarità nell’adozione di forme particolari di finanziamento ovvero “contratti di strumenti finanziari derivati”, operazioni finanziarie a rischio come gli “swap”; mancato rispetto del “patto di stabilità” interno e mancato rispetto dell’obiettivo programmatico in termini di cassa, sia per la spesa corrente che in conto capitale.
2) In particolare, relativamente al modello di gestione dei servizi fondato sugli appalti esclusivi alle Società partecipate dal Comune, quale controllo di legalità e vigilanza è stato adottato relativamente alla Multiservizi e Leonia che, come si è scoperto, sono state oggetto di infiltrazioni mafiose;
3) Quali atti di indirizzo ha adottato l’Amministrazione comunale per tutelare il c.d. “terzo settore” ed i servizi forniti dalle cooperative ed organismi interessati i quali sono stati pretermessi nei pagamenti rispetto ad altre società e/o privati più “fortunati” che hanno ricevuto tempestivamente il compenso pattuito;
4) Per quali ragioni, sistematicamente, le spese correnti sono state sostenute prelevando somme da entrate finalizzate ad altri scopi;
5) Perché nell`ambito delle sue funzioni, soprattutto dopo l`insediamento della Commissione d`accesso, non ha ritenuto di dover adottare provvedimenti finalizzati a rimuovere da incarichi pubblici soggetti coinvolti in indagini sulla criminalità organizzata?;
6) Perché non è stato costituito lo specifico “fondo rischi” dove accantonare i c.d. “upfront” per le somme incassate dalla sottoscrizione dei contratti “swap”.
Infatti, come si evince dalla relazione degli ispettori del Ministero, “in merito alle procedure seguite, anche alla luce delle indicazioni fornite dalla Corte dei conti, Sezioni Riunite in sede di controllo, sono rilevabili diverse irregolarità. In primo luogo, la competenza a decidere la sottoscrizione di un contratto in derivati è attribuita al consiglio comunale, mentre la giunta deve limitarsi ad individuare la struttura contrattuale. In molti dei casi esaminati è stata direttamente la giunta comunale a disporre il ricorso a simili contratti. In merito alla contabilizzazione delle entrate, quelle derivanti da upfront vanno contabilizzate al Titolo IV dell’entrata, mentre presso l’ente sono state appostate al Titolo III. Infine, le somme incassate dovrebbero essere accantonate in uno specifico fondo rischi, se sono prevedibili esborsi negli anni futuri. Sebbene il mark to market dei contratti sia ampiamente negativo, l’ente non ha previsto alcun fondo rischi.
7) Come può giustificare quanto emerso dalla “Relazione sulla verifica amministrativo- contabile al Comune di Reggio Calabria” eseguita, dal 14 giugno all` 8 luglio 2011, dall’Ispettorato Generale di Finanza del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato presso il Ministero dell`Economia e delle Finanze, circa le irregolarità di natura contabile e amministrativa che hanno portato il Comune ad avere un “buco” nel bilancio di circa euro 160 milioni?
Nelle conclusioni di tale relazione si legge che “dall’esame dei comportamenti esaminati sono state evidenziate una serie di problematiche afferenti le materie oggetto di indagine. Per ciò che riguarda la situazione contabile dell’ente sono state rilevate pesanti irregolarità, consistenti nella mancata imputazione di oneri agli esercizi di competenza e nella conservazione tra i residui attivi di crediti non supportati da titolo giuridico. Inoltre, sono stati adottati artifici contabili al fine di occultare la reale situazione finanziaria dell’ente. Tali irregolarità hanno comportato l’esposizione di un risultato di amministrazione nettamente migliore di quello reale, celando, in realtà, un disavanzo di amministrazione, al 31.12.09, superiore ai 140 milioni di euro. Nell’anno 2010 la situazione finanziaria dell’ente è ulteriormente peggiorata, portando il disavanzo ad oltre 160 milioni di euro”.
Gli ispettori, inoltre, sottolineano che “i risultati esposti debbono necessariamente essere considerati approssimati per difetto. Anche in relazione all’utilizzo delle risorse di cassa sono state rilevate pesanti irregolarità, che hanno portato l’ente ad utilizzare le risorse vincolate e l’anticipazione di tesoreria in violazione alle previsioni del TUEL.
Le irregolarità riscontrate hanno prodotto effetti anche in relazione alle disposizioni relative al patto di stabilità.
Relativamente all’anno 2007, l’ente ha comunicato dati palesemente errati, al solo fine di far figurare il rispetto dei limiti imposti dalle norme di riferimento, che, in realtà, erano stati abbondantemente superati.
Le irregolarità contabili, inoltre, hanno consentito all’ente di far figurare il rispetto del patto di stabilità per gli anni 2008 e 2010, che, in realtà, è stato violato. Non avendo rilevato il mancato rispetto del patto di stabilità, l’ente non ha rispettato le sanzioni previste per gli enti inad
empienti, consistenti, essenzialmente, nell’impossibilità di effettuare assunzioni di personale e di far ricorso all’indebitamento….L’esame delle posizioni debitorie accese presso la Cassa Depositi e Prestiti ha, poi, consentito di rilevare come non sempre l’indebitamento sia stato utilizzato per il finanziamento di spese d’investimento, in violazione del principio dettato dall’art. 119, comma 6, della Costituzione. L’esame delle problematiche concernenti il personale ha evidenziato numerose criticità, sia per ciò che riguarda la costituzione dei fondi per il trattamento accessorio che per il loro utilizzo… Anche relativamente alla gestione del personale dirigente sono state rilevate numerose problematiche, in particolare per ciò che riguarda le risorse inserite nel fondo per il trattamento accessorio. E’ stata, inoltre, riscontrata l’erogazione di somme, in violazione del principio di onnicomprensività della retribuzione, sia al personale dirigente che al personale del comparto. Quest’ultima problematica impone una profonda revisione dei comportamenti gestionali, finalizzata a riportare le procedure amministrative nell’ambito della regolarità… Ulteriori irregolarità sono state rilevate in relazione al conferimento degli incarichi dirigenziali a tempo determinato. I dirigenti sono stati individuati in assenza di una specifica procedura selettiva debitamente pubblicizzata ed in numero superiore ai limiti previsti dall`art. 19, comma 6, del D.Lgs. n. 165/01”.
Se vorrà avere un confronto aperto con i suoi concittadini su tali temi e quesiti noi ci saremo. E siamo sicuri che ci saranno anche i 1.200 dell`auditorium Versace che amano la democrazia e vogliono essere cittadini e non sudditi.
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