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Boia chi molla il Coni

REGGIO CALABRIA Stanno cercando di levargli la terra da sotto i piedi, di isolarlo al punto da rendere impossibile la sua rielezione alla presidenza del Coni. Mimmo Praticò continua a essere in van…

Pubblicato il: 20/01/2013 – 7:00
Boia chi molla il Coni

REGGIO CALABRIA Stanno cercando di levargli la terra da sotto i piedi, di isolarlo al punto da rendere impossibile la sua rielezione alla presidenza del Coni. Mimmo Praticò continua a essere in vantaggio, con la maggior parte dei presidenti di federazione aventi diritto al voto disposti a supportarne la candidatura, ma l`avversario è in rimonta. Temibile e pronto a tutto. Mercoledì il presidente uscente del Comitato olimpico regionale dovrà vedersela con un competitor ostico e ben sostenuto dai poteri forti calabresi. Basta il cognome a evocare la complessità della sfida: Scopelliti. Il fratello maggiore del governatore, Consolato detto Tino, è sceso nell`arena ormai da molti mesi, armato di tutto punto e fermamente deciso a conquistare la poltrona più alta dello sport calabrese. A ogni costo, attraverso le normali pratiche di propaganda e contrattazioni di stampo politico ma anche per mezzo di alcuni “suggerimenti” mirati. Per raggiungere il tanto ambìto traguardo, Tino Scopelliti ha schierato una rancorosa macchina da guerra, con un unico obiettivo: sbarrare la strada a Praticò e salire finalmente nell`olimpo del Coni. Ovviamente dietro il placet operativo del governatore, che ha messo in campo le sue truppe cammellate per soddisfare le ambizioni del fratello maggiore. E così, nel corso degli ultimi tempi, quasi tutti i 55 votanti regionali (43 presidenti di federazione più gli esponenti di altri organismi sportivi) sono stati avvicinati da persone influenti dell`establishment calabrese, che hanno chiesto in maniera più o meno esplicita di mettere una x sul nome di Tino.
Il fine giustifica i mezzi. Per convincere i delegati più recalcitranti, i “supporter” filogovernativi non hanno esitato a promettere contributi di varia natura e genere, sponsorizzazioni non dovute, financo l`esaudimento di favori personali che nulla hanno a che fare con lo sport. «Da mesi assistiamo a pressioni continue e logoranti e in alcuni casi anche a velate minacce», spiega un presidente di federazione che, visto il clima, preferisce mantenere l`anonimato.

LE VELLEITÁ DI CONSOLATO Tutto per accontentare Tino, uno che di sport s`intende. Da pochi mesi è stato nominato vicepresidente nazionale dell`Asi (Alleanza sportiva italiana), dopo lunghi anni in cui è stato il vero e proprio dominus calabrese dell`ente di promozione sportiva vicinissimo alle posizioni del centrodestra. Più destra che centro, in realtà. Ma le ambizioni di Scopelliti senior vanno oltre, alla ricerca di un posto al sole ancora più prestigioso. Per la verità, anche in passato il vicepresidente Asi si era speso molto per lo sport regionale. È sua la firma in inchiostro simpatico alla legge 28 del 22 novembre 2010, “Norme in materia di sport nella Regione Calabria”. Formalmente il testo è stato però presentato dai consiglieri regionali Luigi Fedele, Giulio Serra, Pasquale Tripodi e Giovanni Bilardi, fedelissimo del governatore e amico intimo dello stesso Tino. Che nella stesura definitiva della legge ha avuto il ruolo di coordinatore neanche troppo occulto, tanto che, poco tempo prima dell`effettivo disco verde in consiglio regionale, l`Asi non ha nascosto il suo contributo: «La proposta di legge regionale in materia di sport nasce da un impegno preciso: quello di Alleanza sportiva italiana che in occasione dell`evento nazionale “Sportlab 2010” chiamò a raccolta tutte le realtà sportive operanti nel settore affinché partecipassero a una tavola rotonda atta a dar vita a questo nuovo strumento».
In Calabria funziona così: un fratello maggiore partecipa attivamente alla creazione di una norma regionale – tra l`altro impugnata dalla Consulta nel 2011 a causa di alcuni articoli ritenuti illegittimi e poi modificati – mentre l`altro (il governatore) usa la sua maggioranza consiliare per farla approvare. In barba a qualsiasi conflitto d`interessi, se è vero come è vero che, grazie alla nuova legge sullo sport, gli enti di promozione sportiva come l`Asi assumono grande e inedita importanza, anche e soprattutto in relazione ai possibili finanziamenti regionali. Che di solito, secondo una prassi abbastanza consolidata in Calabria, vengono incanalati in innumerevoli rivoli a vantaggio di piccole e grandi realtà sportive. Così, tanto per accontentare tutti. E i contributi a pioggia non sono mancati anche in un recente decreto del dipartimento “Turismo, sport spettacolo e politiche giovanili” del 5 settembre 2012. Cifre modeste (3mila euro di qua, 5mila di là, 28mila da un`altra parte), ma con un`enorme eccezione: 100mila euro destinati al comitato organizzatore della tappa italiana del Campionato mondiale di windsurf, disputata a Reggio dal 19 al 24 aprile. E chi fa parte del Comitato locale, oltre a Fiv (Federazione italiana vela) e Coni? L`Asi di Tino Scopelliti, ovviamente. In pratica il governatore della Calabria – che ha deciso di non affidare la delega allo sport, ma di mantenerla per sé –, in mezzo a tanti risibili contributi destinati a una miriade di realtà associative, ha dato il via libera a un maxifinanziamento del tutto atipico a favore di un evento organizzato da suo fratello. Certo, si trattava della tappa italiana di un circuito mondiale, ma l`importanza della manifestazione non fuga le perplessità su un conflitto d`interessi oltremodo evidente.

L`AIUTO DEI PEPPE BOYS Ma a Tino Scopelliti, malgrado le soddisfazioni ottenute in passato e il forte appoggio istituzionale, l`Asi sta sempre più stretta. Per questo adesso aspira alla poltrona di presidente del Comitato olimpico regionale. Ad aiutarlo c`è il fratello Peppe, più molti altri big della politica regionale, mobilitati al grido “boia chi molla il Coni”. A spendersi più di tutti è Giovanni Bilardi, da molti ritenuto il vero regista della scalata. Produttori: i germani Scopelliti, naturalmente. Ma a mettere una “buona parola” per Tino ci stanno pensando anche molti altri consiglieri regionali. Claudio Parente (Scopelliti presidente) a Catanzaro; Nazzareno Salerno (Pdl) a Vibo; Fausto Orsomarso (Pdl) a Cosenza. Non solo esponenti della politica, però. Sembra che a caldeggiare fortemente la candidatura del vicepresidente Asi sia anche Rosanna Squillacioti, direttore generale dell`Asp di Reggio. Si dirà: che c`entra il massimo rappresentante della sanità provinciale con lo sport? Niente, in teoria. Ma nella campagna per la conquista del Coni intrapresa dalla cordata Scopelliti ogni contributo (e ogni tipo di pressione) può essere utile a far cambiare idea a qualche presidente di federazione.

LE CERTEZZE DI PRATICÓ Ci sono poi le mosse tipiche degli scacchisti della politica. Le federazioni sportive nazionali con un basso numero di società in una determinata regione, invece di eleggere un presidente, di solito nominano un delegato, che ha diritto di esprimere un voto per l`elezione del vertice regionale del Coni. E, circostanza piuttosto strana, nell`ultimo mese ben quattro di questi rappresentanti calabresi sono stati sostituiti dalla rispettive federazioni. Tutti –  quando si dice le coincidenze – avevano sottoscritto la candidatura di Mimmo Praticò che, a causa di alcune anomale direttive arrivate dall`“alto”, adesso si ritroverà con quattro voti in meno, probabilmente decisivi per la rielezione (per vincere servono almeno 28 preferenze).
«Alcuni delegati sono stati sostituiti benché avessero già preso impegni con me – ammette lo stesso presidente uscente –. Parlare di scorrettezza sarebbe un eufemismo, si tratta di un atteggiamento che travalica i valori dello sport nei quali crediamo. Quelli per cui bisogna vincere senza sotterfugi, che non fanno parte del gioco». Praticò non nasconde le macchinazioni che molto probabilmente si stanno perpetrando ai suoi danni: «Da quanto mi è stato riferito, circa l`80% degli elettori sono stati avvicinati con promesse o addirittura sottoposti a vere e proprie pressioni da parte di uomini politici vicini all`altro candidato». Quel Tino Scopelliti che non ha fatto mistero dell`avversione nei confr
onti del suo avversario. Durante la presentazione della sua candidatura, lo scorso 20 ottobre, il fratello del governatore – alludendo a Praticò e a presunti “torti” ricevuti in passato – disse che era arrivato il momento di veder passare «qualche cadavere» lungo il fiume.

RICHIESTE INEVASE Il fair play non è della partita, almeno non in quella giocata da Tino, che ha basato la sua campagna elettorale sullo scontro frontale, più che sui contenuti dei programmi: «L`ho detto al governatore, l`ho detto a Gianni Petrucci (ex presidente italiano del Coni, ndr), ma io con Mimmo Praticò non voglio avere niente a che fare». E cosa avrà fatto mai di così grave il presidente uscente, in passato assessore allo Sport nella giunta comunale guidata da Peppe Scopelliti? Praticò forse lo sa: «Quattro anni fa mi fu fatta una richiesta, che non ho accolto perché non c`erano le condizioni per esaudirla. Io faccio solo gli interessi del mondo dello Sport». Quel diniego adesso rischia forse di compromettere la sua rielezione alla guida del Coni. Tino vuole prendere il suo posto, e per farlo sta utilizzando tutte le armi a disposizione, convenzionali e non, politiche e parapolitiche. Ma probabilmente, a ben guardare, in questa vicenda qualche colpa è da addebitare pure a Praticò: vedi mai che uno possa ambire a certe cariche senza avere nemmeno un lontano parente a capo della Regione…

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