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La doppia linea della famiglia Mancini sul "modello Reggio"

REGGIO CALABRIA Come mai solo ora, Pietro Mancini, padre dell’attuale assessore al Bilancio, Giacomo,  sente un irrefrenabile bisogno di esprimere pubblicamente  le sue critiche sul governatore Giu…

Pubblicato il: 25/01/2013 – 18:42
La doppia linea della famiglia Mancini sul "modello Reggio"

REGGIO CALABRIA Come mai solo ora, Pietro Mancini, padre dell’attuale assessore al Bilancio, Giacomo,  sente un irrefrenabile bisogno di esprimere pubblicamente  le sue critiche sul governatore Giuseppe Scopelliti e il Pdl? Forse non ha gradito il fatto che il governatore, nonchè coordinatore del PdL calabrese non ha candidato il figlio?
Pietro Mancini, ex sindaco di Cosenza le sue esternazioni le ha rese pubbliche inviando  una lettera pubblicata da Affaritaliani.it (ripresa dal Corriere della Calabria) levandosi qualche macigno dalla scarpa. Secondo Mancini senior: «Cesarone Previti, ex ministro della Difesa di questo Paese, è un benemerito delle istituzioni? Basta aver fatto pratica, nello studio legale del giurista, ex fascistone di Reggio, come l’attuale governatore, ed esser stata lanciata in politica da Cesare, per esser nominata dal “trombeur de femmes” di Arcore e dalla sua badante, signora Rossi, capolista del Pdl in Calabria?». Il riferimento è alla capolista alla Camera del Pdl, Jole Santelli, che ha lavorato presso lo studio legale di Previti.
Ma le critiche più dure, Mancini le riserva a Scopelliti e il “modello Reggio”: «E, dopo che Monti e la Cancellieri hanno scelto il Comune di Reggio Calabria per accertate infiltrazioni delle ‘ndrine in municipio, vorremmo sapere, anche alla luce delle dettagliate denunce dei giornali la verità sulla “questione immorale” in quella città. Degli ammanchi al Comune è responsabile solo la defunta dottoressa Fallara? Chi l’ha nominata in incarichi di vertice e di responsabilità? Chi non ha vigilato sulla sua pessima gestione?».
Osservazione lucidissima da parte di Pietro Mancini che ci ricollega alle dichiarazioni fatte proprio da Scopelliti durante il suo soliloquio “Ora Parlo io” di giovedi scorso 17 gennaio, in cui affermava: «Non abbiamo mai avuto richiami dalla Corte dei conti, cosa doveva sapere un sindaco dei residui attivi e passivi da eliminare?» Poi in un’intervista a Riccardo Iacona a Presa Diretta su Rai 3, Scopelliti procede ad addossare tutte le colpe dei residui passivi, che oggi ammontano a di 679 milioni di euro e del buco del Comune di 170 milioni di euro, sulle spalle della dirigente al Bilancio, Orsola Fallara, sua persona di fiducia, morta suicida in condizioni ancora da chiarire. giova anche ricordare che il governatore è imputato per abuso d’ufficio e falso in atto pubblico nel procedimento che prende il nome da “caso Fallara”.
Peccato davvero che nessuno si sia preso la briga di leggere la delibera della Corte dei conti del 2008 sul rendiconto del 2006 del comune di Reggio Calabria, guidato da Giuseppe Scopelliti. Riporto il testo di una delle irregolarità che già allora i magistrati contabili avevano sottolineato (repetita iuvant ): «Secondo la Corte è il caso di ricordare che operazioni finanziarie a rischio, come gli “swap”, nonchè tutte quelle relative ad emissioni e prestiti obbligazionari, sono consentite dall’ordinamento a condizioni particolarmente restrittive, ed in presenza di evidenti ragioni di interesse pubblico….. È evidente che la conclusione dei contratti di swap, essendo strumenti d’investimento ad alto fattore di rischio, può essere ritenuta legittima ove risponda a compiuti obblighi d’informazione svolti dal proponente nei confronti del sottoscrittore, nella fattispecie l’amministrazione comunale. Il comune di Reggio Calabria non pare fornito di figure professionali interne munite di sufficiente esperienza e professionalità atte a valutare appieno l’operazione proposta e sottoscritta, né risultano a questa Corte, precedenti importanti di esperienza in operazioni bancarie a rischio da parte del comune. In ogni caso la Corte ha accertato che l’operazione è stata stipulata senza preventiva gara, in violazione della normative sull’acquisizione da parte delle amministrazioni pubbliche di servizi finanziari. E qui viene in mente la frase dello smemorato governatore: “noi non ci siamo fottuti i soldi, li abbiamo investiti».
Ma ancor più interessante è la dichiarazione del 3 febbraio 2012 dell’assessore Giacomo Mancini in merito ai contratti  swap del comune di Reggio Calabria che riporto: «La recente conferenza stampa del sindaco di Reggio Calabria Demetrio Arena sugli swap conferma, ancora una volta, la bontà delle scelte operate dall’ex primo cittadino Giuseppe Scopelliti e boccia sonoramente i soliti denigratori della città, in testa Demetrio Naccari, che avevano più volte dichiarato che si trattava di operazioni a perdere. Chi invece ha perso la faccia è stato lo stesso Naccari, che non sapendo cosa dire si è trincerato dietro un’assordante silenzio. Anche l’autorevole quotidiano Il Sole 24 Ore ha ripreso la notizia positiva per l’ente amministrato da Demetrio Arena a conferma di scelte lungimiranti avviate da Scopelliti. Alla Regione Calabria, sempre lo stesso Naccari Carlizzi, da assessore al bilancio, diede il via alla rinegoziazione degli swap. Fu proprio questa operazione a creare i maggiori danni all’ente, così come riportato nella relazione della Corte dei Conti relativamente al Bilancio 2009. La Corte, infatti, rilevò la superficialità nella valutazione di questi strumenti di finanza derivata da parte della Regione. A noi i fatti, a quella parte del Pd lasciamo solo le improduttive parole». Si decidessero a casa Mancini su cosa ne pensano del modello Reggio e del coordinatore regionale del Pdl .

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