CATANZARO «Siamo stati tra i pochi ad avere il privilegio di essere ricevuti da Berlusconi a palazzo Grazioli. Sfido chiunque a fare scelte come quelle fatte dal Pdl in Calabria». Peppe Scopelliti, come ama fare in occasioni del genere, è andato all`attacco durante la presentazione dei candidati (tra assenze “pesanti” come quelle di Giovanni Dima e Domenico Scilipoti e musi lunghi come quelli di Pino Galati e Nino Foti) pidiellini al Parlamento. E da Catanzaro, «città martoriata al pari Reggio Calabria, dove il centrodestra ha vinto per la terza volta nonostante qualcuno tenti di modificare la volontà popolare», il governatore lancia un messaggio di sfida: «La battaglia sulla `ndrangheta si fa sul campo e non restando fuori dalla Calabria. La mafia ha paura di chi agisce e non di chi parla. Molti fanno l’antimafia a parole e con la penna qualcuno pensa di indirizzare chi è la mafia e chi è l’antimafia. Ma il tempo sarà galantuomo anche su questo».
Scopelliti difende pure la scelta di inserire al secondo posto della lista alla Camera, Rosanna Scopelliti, figlia del giudice ucciso dalla mafia a Campo Calabro nel 1991: «Se Rosanna Scopelliti si fosse candidata a sinistra sarebbe stata la candidata perfetta. Così non è stato e questo ha provocato irritazione in qualcuno». Nel mirino ci sono i maggiori dirigenti del Pd, che gli ultimi tempi non sono stati certo teneri nei suoi confronti: «Coloro che riempiono le pagine dei giornali parlando dalle nostre liste dovrebbero spiegarci cosa ci fa in quella del Pd gente come Bindi, D’Attorre e gli illustri sconosciuti candidati al Senato».
L`attacco serve a Scopelliti per rivendicare «i successi ottenuti» da quando nel 2009 ha assunto la guida del Pdl calabrese. «Abbiamo conquistato le Province di Crotone e Reggio Calabria, i comuni di Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria e San Giovanni in Fiore, quest`ultima storica roccaforte rossa». La citazione del centro silano vale più come un tributo al sindaco Antonio Barile, più volte vittima di intimidazioni e collocato all`ultimo posto della lista al Senato.
LE PAROLE DEI CANDIDATI Jole Santelli sa che il convitato di pietra di questa presentazione è Scilipoti, il leader dei Responsabili “paracadutato” in Calabria per volere di Berlusconi. E per questo motivo entra subito nell`argomento, bollando come «ingiuste» le critiche arrivate un po` da tutti gli schieramenti: «Si sono concentrati sul povero Scilipoti perché non potevano dire altro sulle nostre liste». È un crescendo rossiniano, quello della Santelli. Che non perde l`occasione per difendere l`operato del governo guidato dal Cavaliere: «Noi abbiamo abolito l`Imu perché è una tassa ingiusta. Il governo dei “tecnici” l`ha rimessa ma questo non ha risolto il problema dei conti italiani».
E sulle politiche fiscali, si sofferma pure Nico D`Ascola, legale di Scopelliti e dell`ex premier («lo è anche di Cesa», aggiunge il governatore) oltre che candidato al terzo posto della lista al Senato: «L`introduzione in Costituzione del vincolo del pareggio di bilancio è una cosa folle». D`Ascola sa di parlare a un uditorio non troppo preparato per certi argomenti e per questo torna a volare più basso. E rivolgendosi a Rosanna Scopelliti (nel suo intervento ribadirà la volontà di voler diventare la rappresentante parlamentare della «Calabria migliore») confessa di essere stato «l`unico penalista a costituirsi parte civile nel processo alle cosche accusate di avere avuto un ruolo nell`omicidio di suo padre».
GENTILE VS D`ATTORRE Davvero dure le parole che il senatore Tonino Gentile (ricandidato al secondo posto dietro il capolista Berlusconi) riserva al commissario del Pd calabrese Alfredo D`Attorre: «Lui in Calabria è stato un disastro: è stato bravo solo a garantirsi la propria candidatura. E adesso se ne andrà in Parlamento con il sostegno del popolo bue calabrese. Non è certo D`Attorre che può dare lezioni di moralità al Pdl vista la genesi che lo ha portato, pur avendo perso tre volte le elezioni a Catanzaro, a essere candidato al Parlamento»
COORDINAMENTO CAMPAGNA ELETTORALE Peppe Scopelliti, tra le altre cose, ha anche affidato a cinque dirigenti il compito di coordinare la campagna elettorale del Pdl in Calabria. Si tratta del capogruppo del partito in consiglio regionale Gianpaolo Chiappetta, del vicecapogruppo Fausto Orsomarso e dei dirigenti Maurizio Vento, Daniele Romeo e Cataldo Calabretta. A loro spetterà il compito di evitare “sovrapposizioni” tra gli appuntamenti e garantire un`ampia e omogenea copertura del territorio in queste ultime settimane prima del voto. I cinque hanno già fissato per le prossime ore una riunione in cui verranno messo a punto un fitto calendario di manifestazioni elettorali in tutte le province calabresi.
LE POLEMICHE SULLE ESCLUSIONI Inevitabilmente le domande dei cronisti presenti si sono concentrate sui mal di pancia esistenti nel Pdl per la composizione delle liste. A nessuno è sfuggita l`assenza dell`assessore regionale Giacomo Mancini (a cui più volte era stata prospettata una candidatura al Parlamento), il cui padre Pietro nei giorni scorsi si è reso protagonista di un attacco tutt`altro che politically correct nei confronti dello stesso Scopelliti e dei capilista del partito. A chi glielo ha fatto notare, il governatore ha risposto in maniera caustica: «Non ci siamo posti il problema di inserire uno della famiglia in lista perché davamo per fatta una candidatura di Pietro Mancini con la lista Monti. Nessuno dimentichi che tra i nostri candidati ci sono tanti giovani e amministratori valorosi». Diverso, invece, il trattamento riservato dal governatore nei confronti dell`altro assessore regionale Piero Aiello, numero quattro al Senato: «Lui sarà il senatore della città di Catanzaro e per questo ci batteremo fino in fondo». Ma per diventarlo bisognerà conquistare il premio di maggioranza a livello regionale. E questa non è proprio una sfida già vinta.
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