LAMEZIA TERME «Siamo l`unica forza alternativa presente in Italia e in Calabria». La campagna elettorale di Rivoluzione civile inizia nel segno di una smaccata contrapposizione nei confronti degli ultimi due governi nazionali, di «montismo» e «berlusconismo», per usare le definizioni più volte ripetute nel corso della presentazione dei candidati al Parlamento. Al primo incontro pubblico di Lamezia Terme, però, si fa sentire l`assenza di tutti i capilista del movimento che fa capo ad Antonio Ingroia. Oltre all`ex procuratore aggiunto di Palermo – la cui partecipazione non era nemmeno preventivata – all`appello mancano anche la numero due alla Camera, Gabriella Stramaccioni, e il primo candidato al Senato, Furio Camillo Venarucci. Per il resto, sono presenti tutti i rappresentanti delle varie forze politiche federate in Rc: da Idv a Rifondazione, dai Verdi alla Rete 2018, dal movimento Arancione fino al Partito dei comunisti italiani.
Entusiasmo e una certa approssimazione organizzativa. Sono questi i tratti distintivi che più hanno caratterizzato l`inaugurazione della campagna elettorale di Rivoluzione civile. Ma, se da una parte il breve tempo a disposizione non ha permesso nemmeno di trovare un`amalgama reale tra le varie anime del movimento, dall`altra tutti gli esponenti della sinistra ingroiana mostrano una certa sicurezza riguardo l`esito delle votazioni del 24 e 25 febbraio. «Raggiungeremo il quorum, alla Camera e al Senato», dichiara sicuro Rocco Tassone, segretario regionale di Prc. E, a corredo di questo convincimento, c`è una constatazione che vuole essere incontrovertibile: «Siamo l`unico movimento davvero antiliberista, l`unica voce dissonante rispetto alle altre forze politiche».
Quanto alla possibile “desistenza” di Rc al Senato, Tassone ha le idee chiare, accompagnate anche da un certo fastidio verso una questione divenuta ormai tormentone: «Puntiamo a prendere due senatori in Calabria. Se Bersani avrà bisogno di noi, potrà esserci un dialogo a partire dalle nostre posizioni». Dunque nessun passo indietro, bensì eventuale accordo “condizionato”, tanto per non ripetere – continua il segretario Prc – le esperienze del trio Abc (Alfano, Bersani, Casini), «responsabile di una legge di stabilità che ha mantenuto in vita una società come la Stretto di Messina proprio mentre le Ferrovie della Calabria non avevano i soldi per comprare il gasolio e pagare i dipendenti».
Il senso dell`«alternativa» risiede nel programma dei “Rivoluzionari”. Un`agenda del tutto diversa da quella Monti e che – ricorda Michelangelo Tripodi, segretario regionale Pdci – «punta ad abbattere iniquità, corruzione e a riconoscere i diritti dei lavoratori». Senza dimenticare il contrasto a «precarietà, fiscal compact, omofobia, femminicidio e razzismo». Questa «è la nostra carta d`identità nella quale le varie forze che compongono Rivoluzione civile si riconoscono». Poi un`altra certezza: «Prenderemo tanti voti, malgrado le tante pressioni verso il cosiddetto “voto utile”».
A smorzare un po` le fibrillazioni della folta platea ci pensa però il consigliere regionale Idv Emilio De Masi, che rimarca «l`approssimazione» con la quale Rc è giunta alla presentazione ufficiale delle liste. Al punto che «non ho avuto il tempo nemmeno di conoscere tutti i candidati. In futuro sarebbe auspicabile una condivisione sulle impostazioni da dare al movimento». Ma al di là della nota polemica, De Masi sottolinea l`eccezionalità di una federazione di partiti che «sarà in grado di fare una ricognizione dei bisogni della società, al fine di riconsegnare la politica ai cittadini». Rc sarà insomma una fiera oppositrice delle forze neoliberiste, ma anche cane da guardia dei “fratelli coltelli” del centrosinistra. Altrimenti – spiega il consigliere dipietrista – «il nostro progetto rimarrà soggiacente a un sistema di potere dietro cui si nascondono forze bancarie e societarie». La “rivoluzione” di Ingroia è ormai partita anche in Calabria.
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