Ultimo aggiornamento alle 23:04
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

La cultura in trincea contro il testo unico di Caligiuri

COSENZA l mondo della cultura si mobilita contro il testo unico presentato dall’assessore regionale Caligiuri e trova una sponda politica in Sel e una istituzionale nella Provincia di Cosenza. La m…

Pubblicato il: 29/01/2013 – 19:56
La cultura in trincea contro il testo unico di Caligiuri

COSENZA l mondo della cultura si mobilita contro il testo unico presentato dall’assessore regionale Caligiuri e trova una sponda politica in Sel e una istituzionale nella Provincia di Cosenza. La mobilitazione parte dal basso, per opporsi all’idea di comprimere tutte le leggi che attualmente regolamentano il vasto universo della cultura, dentro un unico testo di tredici pagine, nelle quali con scarsissima sensibilità ogni cosa viene triturata assieme, le biblioteche e i teatri, la musica i festival e la prosa, assieme alle sagre. Fabio Vincenzi, Antonello Antonante ed Eva Catizone hanno di fronte a loro un pubblico di addetti ai lavori assai preoccupati, perché le conseguenze a breve termine della decisione della Regione sarebbero l’inaridirsi di esperienze importanti e ancora vitali malgrado le già presenti fatiche. E per una sorta di beffa, gli organizzatori dell’incontro hanno scelto la sala Quintieri del teatro Rendano per parlare dell’argomento, visto che neppure il teatro di tradizione della Calabria, assieme a quello di Reggio e di Catanzaro, trovano spazio adeguato alla loro storia dentro il famigerato testo avanzato da Caligiuri. Semplicemente il Rendano, il Cilea e il Politeama non sono proprio citati, quindi non si comprende come la Regione voglia sostenerne le attività. Ma se la cultura ufficiale, quella dei grandi teatri regionali, viene disconosciuta, che fine faranno le molte interessanti e vivaci esperienze diffuse sul territorio, alcune delle quali solidamente storicizzate? Ebbene il destino comune pare chiaro, visto che il testo unico nelle tredici paginette parla del teatro usando una definizione che pare uscita banalmente da un qualunque dizionario. «Non si riconosce al teatro il ruolo di creazione culturale e di opportunità lavorativa», spiega preoccupato Vincenzi, che racconta emblematicamente un dialogo surreale con Caligiuri, al quale veniva chiesto perché mai i concerti, la prosa e il resto, venissero accomunati alle sagre. Nel racconto di Fabio Vincenzi, l’assessore in quella occasione prontamente replicò che dopo aver assistito a uno spettacolo, la gente avrebbe potuto mangiare. Al di là della battuta, l’aneddoto potrebbe essere rivelatore del clima dominante tra chi governa questa regione. Sul fronte istituzionale le cose non sembrano andare meglio. L’assessore Maria Francesca Corigliano racconta che i presidenti delle Province sono stati convocati da Caligiuri per «approvare il testo unico, senza dare spazio ad alcun intervento di tipi politico». Eppure dentro quel testo scarno ci sono esattamente indirizzi che sono proprio politici, perché con questa normativa la politica eserciterà un bel controllo sul mondo della cultura. Del resto le Province vengono svuotate di ruoli riferiti alla cultura, restando loro solo «qualche compitino da svolgere senza risorse».
Ma non basta, visto che in allarme sono pure le biblioteche. Antonio Curcio ha messo in evidenza come nelle pagine del testo si parli di possibilità di procedere alla microfilmatura dei documenti, quando in realtà quella tecnica è già abbondantemente obsoleta nell’era della digitalizzazione. Resta da capire chi possa aver concepito quel testo unico, e la risposta è nella “buona idea”, rivendicata a suo tempo dallo stesso Caligiuri, che disse di aver chiamato quattro laureati alla Bocconi, proprio per scrivere la legge regionale sulla cultura. Ma nessuno cede al sorriso davanti a questo annuncio vagamente grottesco, perché come ha detto Eva Catizone, «una delle conseguenze di questo pessimo testo sarà la chiusura di molte realtà importanti, come l’Istituto dell’Antifascimo, voluto da Tobia Cornacchioli».
Il clima è davvero da trincea, e in prima linea i presenti ricordano che adesso c’è anche il teatro dell’Acquario, storica presenza cosentina e calabrese, in affanno per la mancanza di opportunità di risorse, ma subito avvolto dalla solidarietà di moltissimi cittadini. Il “che fare” è delegato al consigliere regionale di Sel, Ferdinando Aiello, che non crede possibile emendare questo testo, proponendo quindi di organizzarsi da subito per la raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare.

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x