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Sel, dibattito aperto sulle «questioni di genere»

COSENZA Il dibattito «di genere» è aperto, ma non deve essere la priorità: il rischio è fossilizzarsi su categorie stantie mentre il Paese parla un`altra lingua, tra diritti negati ed emergenze com…

Pubblicato il: 03/02/2013 – 19:56
Sel, dibattito aperto sulle «questioni di genere»

COSENZA Il dibattito «di genere» è aperto, ma non deve essere la priorità: il rischio è fossilizzarsi su categorie stantie mentre il Paese parla un`altra lingua, tra diritti negati ed emergenze come quella delle carceri. Nel giorno in cui Ida Dominijanni ed Eva Catizone si “riconciliano” dopo le polemiche serpeggiate prima della presentazione delle liste, Sel dà appuntamento a Cosenza per un pomeriggio a forte caratterizzazione rosa. E la capolista punzecchia l`ex sindaco di Cosenza quando, a fine tavola rotonda, confesserà che «io, per mia formazione, non parlo di politiche di genere: le ritengo parziali». Smontando così molti degli argomenti sviscerati nell`ora precedente.
Per una «società con al centro la persona» e contro «una politica autoreferenziale», ci sono anche Elena Hoo (associazione Emily) e Marina Pasqua, avvocata del Centro anti violenza che chiede «di portare avanti battaglia contro la violenza di genere e i femminicidi». Temi che sono ancora più urgenti a Cosenza, dove per mancanza di fondi rischia di chiudere proprio il centro che gestisce il telefono rosa. Hoo, in rappresentanza di Emily, porta il discorso sui temi più politici, annunciando che l`associazione da lei rappresentata «ha elaborato piattaforma su cui – incalza la ex sindacalista – chiederemo l`adesione dei candidati. Nella piattaforma ci sono azioni concrete che chiediamo a partire da quelle che riguardano il lavoro». Il «sostegno all`occupazione femminile è nel primo punto».
Anche Eva Catizone parte dal “genere”: «Sette donne su dieci candidate, questa è la prima volta in Calabria. La battaglia politica vera è al Senato». Poi la riflessione si amplia: «Questa è la regione di Orsola Fallara – dice la numero 2 al Senato –. È la regione di donne etiche come Lea Garofalo che di oppongono alla mafia e vengono uccise, di donne che come Giuseppina Pesce che si pentono e denunciano». L`intento è «fare emergere una Calabria diversa che ha bisogno di nuova rappresentanza», portando nella coalizione che sostiene Bresani premier «il tema dei diritti e delle libertà» come «matrimoni gay e diritti delle coppie di fatto: su questo dovremo batterci». E sul reddito «c`è una legge che sta nei cassetti della Regione». Tornando al tema della violenza sulle donne, la Catizone ha detto che «sottrarre il Centro contro la violenza alle donne è una violenza, anche nella Cosenza bene c`è un problema di violenza sulle donne che resta sommerso, siamo pronti a fare insieme al Centro le barricate». E ancora in agenda «il sovraffollamento delle carceri, che riguarda anche le detenute». Di qui la proposta di abolizione del 41 bis. Sui temi della sanità è stato poi invocato un «servizio sanitario pubblico di qualità» e stigmatizzata la chiusura dei centri nascita, infine un pronostico che sa di augurio: «Sembrava una missione possibile prendere un senatore ora siamo ad un passo dalla certezza di farcela entrambe».
La capolista inizia ricordando il corteo a Cosenza nel 2002 dopo l`operazione no global – «c`era anche Nichi» – e, da giornalista di lungo corso, è soddisfatta dell`«energia della parola che torna in questa breve e glaciale campagna elettorale». «Nelle donne trovo un diverso desiderio di politica, uno sguardo più aperto, ottimista e più desiderante. Trovo sempre molte donne – aggiunge la Dominijanni –. La presenza di donne in parlamento è garanzia se apre il dibattito tra le donne e non si appiattisce sulle questioni di genere». E però «l`inclusione femminile può essere l`ennesima astuzia per neutralizzare ciò che di sovversivo le donne hanno rappresentato, sono i paradossi della parità, devo dire che ce ne sono molti, penso al pareggiamento dell`età pensionabile, che è una sciagura per le donne in quanto misura impari». L`ex firma politica del Manifesto ha spiegato che «non voglio prendere le distanze, ma far capire che bisognerà aprire dibattito. Dalle donne c`è un cambiamento già in corso», aggiungendo che «il privato sociale messo in piedi dalle donne è una realtà positiva, persino più avanzato rispetto al pubblico». Sulle carceri ha ribadito che è un tema dimenticato in questa campagna elettorale, sulla sanità aggiunge la «politica di prevenzione dei tumori», mentre su quello che chiama «reddito di esistenza» si dice «d`accordo con Eva» in linea di massima «ma il confronto è fondamentale». Parla di rapporti sani tra le donne – sgonfiando così le polemiche che qualche giorno fa hanno scosso Sel per la questione candidature – e chiude rilanciando l`«operazione di sfondamento di questa stasi politica che coincide con il non prendere sul serio le parole delle donne». Il pubblico, soprattutto femminile, non può che apprezzare.

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