CATANZARO Terremoto nell`Udc catanzarese. Il presidente cittadino, il vicesegretario provinciale e il presidente commissione provinciale, rispettivamente Rita Cavallaro, Gianni Maida e Felice Sità lasciano il partito. L`addio alla formazione guidata da Casini in una lunga lettera che spiega le ragioni profonde di una decisione maturata nel tempo, dietro le vicende che anno interessato il partito nell`ultimo anno. «Già all’indomani del fallimento riportato dall’Udc nelle ultime amministrative – si legge nella nota – si è registrato un generale malcontento ed una perplessità crescente sia da parte nostra che da parte dei tanti amici che legittimamente si aspettavano, da quel momento, un cambio di marcia della segreteria del cittadino catanzarese ormai del tutto delegittimata dall’errato percorso politico-istituzionale (vedi candidatura a sindaco di Enzo Ciconte, passato poi a sostenere quella di Scalzo e il risultato elettorale estremamente negativo del partito)».
«Ci siamo accorti – proseguono Cavallaro, Maida e Sità – he il nuovo scenario che si stava muovendo dietro al triste epilogo catanzarese, era decisamente di più ampie proporzioni e più importante solo per alcuni, ma senz’altro lontano dalla logica di quanti ci preoccupavamo delle sorti della città e del destino dell’Udc catanzarese. Ebbene dal momento in cui si è meglio delineato quel disegno e, si è concretizzato, un cambiamento epocale ha segnato il percorso del partito a Catanzaro. Ma al cambiamento tanto atteso, anche da noi, non ha corrisposto nessuna rinnovata ed adeguata proposta per la nostra città. Non possiamo fare a meno di cogliere le preoccupazioni dei tanti amici che non vedono un progetto concreto per Catanzaro, una città che vive un presente devastante per colpa di politiche trascorse che l’hanno oscurata ed offesa, ma che rischia seriamente il suo futuro se non si punta prioritariamente alla sua ripresa con rappresentanti nazionali che ne hanno a cuore davvero le sorti. E non possiamo fare a meno di registrare la sfiducia anche di coloro che ritengono addirittura scomparso il partito a Catanzaro senza che ciò sia da monito per qualcuno per intervenire ad evitarlo o a spiegarlo».
I tre concludono spiegando che «non possiamo sottacere, non possiamo avallare una politica, quella dell’Udc a Catanzaro, improvvisata, occasionale, di circostanza che mira a riempire caselle e ad utilizzare consensi di transfughi o passeggeri per conquistare poltrone, senza immaginare un percorso, senza riservare un ruolo da protagonista al capoluogo di regione e senza pensare che l’Udc a Catanzaro, con queste premesse, non potrà certo essere il volano del suo rilancio. Da classe dirigente matura e responsabile e avendo colto quanto sopra detto, rassegniamo con grande rammarico le dimissioni, fieri di aver creduto fino in fondo e dato tanto in questo partito con lealtà ed abnegazione e rimanendo comunque, anche da semplici cittadini, sempre pronti ad offrire un valido contributo. La lezione di degasperiana memoria più volte, da tanti richiamata in questi anni nell’Udc non ha insegnato nulla perché più che guardare alle future generazioni si guarda solo e soltanto alle prossime elezioni».
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