VIBO VALENTIA Assume i contorni del caso politico, la vicenda del “procurato allarme” dopo l`ipotizzato inquinamento dell`acqua dell`Alaco. L`iniziativa è del gruppo consiliare vibonese del Partito democratico, che ha presentato un ordine del giorno e ha chiesto la convocazione di un consiglio comunale che discuta dell`argomento.
L`obiettivo dei bersaniani è che si arrivi alla costituzione di una “commissione consiliare di inchiesta” che indaghi «sulle mancate comunicazioni delle analisi dell’acqua e sulla omissione negli atti dovuti». Il Pd ritiene che ci siano state delle responsabilità anche in capo all`amministrazione guidata da Nicola D`Agostino e per questo chiede, inoltre, di «istituire un ufficio e/o affidare ad indipendente laboratorio di analisi, che autonomamente proceda alla analisi dell’acqua».
Le proposte, contenute nell`ordine del giorno protocollato, vengono illustrate non senza una forte critica espressa all`indirizzo del Comune, in una vicenda che dopo aver creato giustificato allarme per la presenza di «tracce di benzene» nell`acqua, sembra essersi sgonfiata a seguito dell`ammissione dell`Arpacal di un «errore materiale» nella comunicazione dei risultati delle analisi. «Come è stato possibile – si chiedono i consiglierei democrat – che analisi dell’acqua che portavano un valore esageratamente alto di benzene ( 800 volte più alto del consentito ) che sono datata 6 dicembre 2012 vengono solamente prese in considerazione provocando l’ennesima ordinanza di non potabilità assoluta solamente il 31 gennaio 2013 e cioè a distanza di due mesi dal dato ?».
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