COSENZA «Quella indetta per sabato prossimo da Cgil, Cisl e Uil a Cosenza sarà una grande mobilitazione di uomini e donne, forze sociali, rappresentanti del mondo del lavoro, dell`impresa, dell`università e della scuola, tecnici, medici e paramedici e semplici cittadini per dire basta al progressivo smantellamento del sistema sanitario in provincia di Cosenza prodotto dalla politica miope, campanilistica ed unilaterale messa in atto, sin dal suo insediamento, dal Commissario ad Acta per il Piano di Rientro dal debito sanitario, Giuseppe Scopelliti». È quanto affermano, in una nota, sessanta sindaci della provincia di Cosenza che hanno aderito all`iniziativa “Per una buona sanità in provincia di Cosenza”. L`iniziativa è stata promossa dai segretari generali di Cosenza di Cgil, Cisl e Uil, Giovanni Donato, Antonio Russo e Roberto Castagna.
«La gravissima situazione di emergenza sanitaria che si è venuta a determinare sul nostro territorio provinciale – si afferma ancora nel comunicato – è sotto gli occhi di tutti. Negli ultimi tre anni sono stati disattivati sei presidi ospedalieri (San Marco Argentano, Mormanno, Lungro, Trebisacce, Cariati e Praia a Mare) senza che sia avvenuta, contestualmente, la loro prevista trasformazione in Centri di assistenza primaria territoriale e in Case della salute. Gli ospedali montani di Acri e San Giovanni in Fiore sono stati fortemente depotenziati e totalmente inascoltate sono rimaste le reiterate proteste dei cittadini. Nei tre ospedali “spoke” di Rossano-Corigliano, Castrovillari e Paola-Cetraro, a fronte di una dotazione complessiva di 733 posti-letto per acuti prevista nel Piano di rientro, ne sono stati attivati appena 400 e molti reparti non possono essere ancora attivati, mentre si allungano i tempi di attesa per prestazioni diagnostiche fondamentali. Permane e si aggrava, inoltre, la forte carenza di medici, infermieri, operatori socio-sanitari e tecnici. Le strutture sono, ormai, in gran parte fatiscenti e le attrezzature tecnologiche sono del tutto insufficienti, se non in molti casi superate ed obsolete. In molte strutture ospedaliere non vengono garantiti nemmeno i livelli essenziali di assistenza e assicurata addirittura l`emergenza-urgenza. La spesa farmaceutica è fortemente diminuita mentre sono notevolmente lievitati i costi per consulenze ed esternalizzazioni».
Poi un passaggio sul graduale abbandono dell`ospedale civile dell`Annunziata di Cosenza, «che è l`unico centro “hub” della provincia» e «anziché essere potenziato per raggiungere gli standard sanitari necessari ed erogare ai cittadini dell`intera provincia i servizi ospedalieri di alta specializzazione previsti per questi presidi, continua a subire un progressivo e assurdo processo di depauperamento. In questo presidio la gestione del personale è giunta ai limiti della ingovernabilità: mancano in organico complessivamente 943 unità operative. Così non si può più andare avanti. Bisogna reagire con forza e determinazione ed essere in tanti. In gioco c`è la vita e la salute di ognuno di noi. Per questo motivo – conclude la nota dei sindacati – lanciamo un forte ed accorato appello a tutti i cittadini della provincia di Cosenza a partecipare in massa alla manifestazione di sabato prossimo».
Anche Sinistra ecologia libertà aderisce alla manifestazione unitaria di sabato: «Il sistema sanitario cosentino – scrive in una nota Andrea Di Martino, coordinatore regionale dei vendoliani – è ai limiti della decenza. Nelle strutture ospedaliere non viene assicurata nemmeno l’emergenza-urgenza. Pazienti affetti da gravi patologie, parcheggiati per giorni sulle barelle, in attesa di un posto letto che non c’è. Tempi di attesa superiori all’anno per prestazioni diagnostiche fondamentali, strutture fatiscenti, attrezzature tecnologiche mal funzionanti, medici e personale sanitario in trincea, abbandonato in strutture non vigilate, a rischio della propria incolumità fisica, riduzione della spesa farmaceutica e crescita dei costi per consulenze ed esternalizzazioni. Il governo regionale – aggiunge – innanzi a tale scempio risponde con qualche posto letto. Finanche Berlusconi pone come metro di paragone in negativo la sanità Calabrese. Nel silenzio assordante di Scopelliti». Per De Martino è dunque «necessaria una mobilitazione delle popolazioni. Per questo Sel aderisce alla manifestazione sindacale condividendone la piattaforma rivendicativa».
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