Fuda scommette sul Sud per conquistare il Senato

REGGIO CALABRIA Fiumicino 1 – Tabacci 0. Il leader di Centro Democratico, atteso oggi a Reggio Calabria, si è arreso di fronte al guasto che ha mandato in tilt i sistemi informatici dell’aeroporto di Fiumicino e ai suoi sostenitori riuniti della sala Nicholas Green di Palazzo Campanella ha regalato solo un’ectoplasmatica presenza a mezzo collegamento telefonico. Ma a quanti hanno inutilmente atteso l’arrivo del leader della costola liberale del centrosinistra  – presentato dall’anfitrione della giornata, l’avvocato Sergio Laganà come «il migliore e più serio parlamentare che abbiamo avuto, traduttore istituzionale del pensiero di Mario Draghi e del sistema bancario buono», ma ricordato dai milanesi come l’assessore al Bilancio che ha immediatamente aumentato del 50% il biglietto dei mezzi pubblici – Tabacci ha assicurato il suo «pieno sostegno alla campagna elettorale del senatore Pietro Fuda e alla battaglia per l’affermazione di Centro Democratico». La giovanissima formazione politica, per Tabacci non è una «scialuppa di salvataggio per chi vuole andare in Parlamento» – come la sua costituzione fra dicembre e gennaio di quest’anno porterebbe le malelingue a mormorare – ma «un punto di equilibrio della coalizione di centrosinistra, l’architrave della sua credibilità». E proprio per questo – ha sottolineato il leader di Cd – «a differenza di Casini», con cui sgomita nell’area centrista, «non scommettiamo sullo stallo al Senato, ma sulla possibilità del centrosinistra di governare il Paese».
Una prospettiva in cui lo stesso Tabacci afferma di credere fermamente, portando a sostegno della sua tesi il proprio percorso personale, che dopo la sconfitta alle primarie del centrosinistra – «l’innesco del processo che ha portato alla costituzione di Cd – lo ha visto rinunciare alla poltrona da assessore nella giunta Pisapia, per lanciarsi nella nuova avventura politica con una formazione tutta da costruire. Un processo che «dopo le elezioni vedrà anche Centro Democratico mettersi in cammino in Calabria», ha assicurato.
Prima però, per Tabacci è necessario costruire la vittoria nelle urne scoraggiando anche il sostegno a formazioni come Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia, «protesi di Grillo». Un appello al voto utile con cui il leader di Cd ha voluto animare le truppe, in sua assenza consegnate all’eloquio del suo “proconsole” calabrese, Pietro Fuda.
Il senatore calabrese, più volte negli anni transitato da centrodestra a centrosinistra, nel corso del suo intervento ha sfoderato i temi del meridionalismo e della battaglia per un piano di infrastrutture per il Sud per arringare i suoi e spiegare che «da calabrese e da meridionale non me la sento di fare una campagna elettorale per una formazione che si ripromette di costruire la macroregione del Nord, un’ipotesi che spingerebbe ancora più a est l’asse europeo, tagliando fuori il Mediterraneo». E proprio nel Mare Nostrum, Fuda vede al contrario il futuro della Calabria e del Sud, a patto che si dotino dello scheletro infrastrutturale necessario per agganciare il treno dello sviluppo. «Ci devono dire come il Mezzogiorno può competere senza ferrovie e senza strade», ha tuonato il senatore, rivendicando non politiche di assistenza «ma un vero piano dello sviluppo che permetta di vincere la piaga della disoccupazione». Un’ipotesi a suo dire possibile solo con una maggiore apertura verso il Mediterraneo, che consenta «l’inserimento della Calabria in scenari internazionali di economia globalizzata».