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Ingroia si rifà a Berlinguer: «Sfidiamo la disonestà»

COSENZA Nonostante il tempo inclemente il cinema cosentino che attende Antonio Ingroia è pieno. Nessuna truppa cammellata per l’ex magistrato leader di Rivoluzione Civile, ma quel che resta di una …

Pubblicato il: 10/02/2013 – 19:14
Ingroia si rifà a Berlinguer: «Sfidiamo la disonestà»

COSENZA Nonostante il tempo inclemente il cinema cosentino che attende Antonio Ingroia è pieno. Nessuna truppa cammellata per l’ex magistrato leader di Rivoluzione Civile, ma quel che resta di una vecchia militanza che porta le persone a sfidare il gelo per dare il proprio sostegno. Quando arriva, con parecchio ritardo, Ingroia coglie l’occasione per dire che «hanno cercato di fermarci, ma non ci sono riusciti, perché noi abbiamo l’arma più potente, quella dell’onestà», e c’è il rischio che pure il maltempo venga arruolato nelle schiere dei cattivi, dentro questa battaglia «degli onesti contro i disonesti».
In realtà, la platea si accontenta di richiami che paiono troppo pre politici, rivolti all’onestà, alla giustizia, ai diritti smarriti da riconquistare, contro «il grumo di potere asserragliato nel fortino che noi espugneremo». Né manca nelle parole di Ingroia il racconto di come abbia deciso di lasciare la magistratura per dare vita a Rivoluzione Civile. Il passaggio non senza travaglio è avvenuto ascoltando i cittadini che gli sembravano senza punti di riferimento e dunque incapaci di usare la loro arma, quella del voto. Il popolo che guarda a Ingroia è popolo di sinistra, quello che ancora conserva con fierezza le bandiere rosse, scontenti di Sel, reduci di Rifondazione, ma dentro ci sono molte anime e diverse tra loro. Lo si è visto quando era il tempo della composizione delle liste. A queste fibrillazioni Ingroia rispose e continua a rispondere parlando di un programma e di un leader, lui stesso, quindi chi non ci sta, può andare.
A tenere assieme tutto questo fino alle elezioni dunque è lo stesso ex magistrato, che cita Berlinguer, profeta oltre trent’anni fa sulla gravità della questione morale e che distingue i politici tra quelli palesemente disonesti e quelli che pur non essendolo hanno le mani legate da inciuci. Mancano poche settimane al voto e ai militanti di Rivoluzione Civile non servono motivazioni per compiere l’ultimo sforzo. Per loro l’avversario è ben identificato: il fortino dentro cui si trincera tutta la vecchia politica.

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