COSENZA Il teatro dell’Acquario pieno di gente, richiamata dalla destra giovanile, quella fiera dell’eredità del Fronte della gioventù, per spingere la candidatura di Rosanna Scopelliti, al secondo posto in lista nel Pdl e di Angelo Brutto, al decimo e dunque impegnato in una battaglia di pura testimonianza. Al loro fianco Fausto Orsomarso e Luciano Vigna e naturalmente il governatore Scopelliti. Sono la voce attoriale di Andrea Solano e la colonna sonora dell’Ultimo dei Moicani ad aprire la serata e subito si capisce che quel che verrà sarà sospeso tra la nostalgia di una giovinezza che è andata e la preoccupazione di una vittoria elettorale cui si fa fatica a credere. Ma prima degli interventi c’è un filmato, nel corso del quale ci si fa burla di molta parte della politica. Di La Russa, per esempio e si fa strage della Lega, di Monti, della Merkel, di Bersani ovviamente e si attacca ripetutamente Fini – cosa che il governatore non gradirà affatto bacchettando i suoi giovani militanti – ma sempre senza sfiorare Berlusconi, che della ditta è il titolare. Solano rivela una attitudine a una certa comicità greve, come quando scivola su una battuta omofoba mentre passa la foto di Vendola, ma la cosa fa molto ridere i presenti, quindi è assolto. Passa un video con alcune interviste, anche buffe, nelle quali alcuni giovanissimi dicono, tra le altre cose, che il problema in Calabria è anche la sanità allo sfascio ma nel buio della sala l’espressione di Scopelliti non si vede.
La politica si prende il suo spazio quando sale sul palco Rossana Scopelliti, figlia del giudice ammazzato e scelta dal presidente della Regione come rappresentanza antimafia nella lista. Parla di giovani, di merito, di legalità, di terra amata da difendere, promette impegno a Roma. Il suo discorso non vola, resta piatto, si impenna solo quando cita le massonerie, la mafia infiltrata e quando si lamenta di aver partecipato a un dibattito dove le donne comuniste non l’hanno fatta parlare e allora lei si è arrabbiata molto. Poi torna alla mala politica e alla mala informazione, «che racconta notizie non vere» e qui il governatore annuisce. Saluta la platea annunciando che la sua prima interrogazione sarà rivolta al ministro degli Interni, cui chiederà perché mai il comune di Reggio sia stato sciolto mentre quello di Melito Porto Salvo no e attacca De Sena e Minniti «che si devono vergognare». Tocca poi ad Angelo Brutto, leader dei giovani di destra, troppo indietro negli anni per aver conosciuto il Fronte della Gioventù, per il quale manifesta una nostalgia palese. Attacca la provincia di Cosenza e Oliverio, oltre che Rende, a suo parere infiltrate dalla mafia e chiede di non restituire l’Imu ai comunisti dopo la vittoria. È dunque il tempo di Luciano Vigna, Fausto Orsomarso e Peppe Scopelliti, assieme sul palco, il governatore al centro a parlare per tutti. Rievoca i tempi difficili della militanza, rimprovera i suoi per l’attacco a Fini, «cui sono legato», parla di mission da portare a compimento, della volontà di restare qui in Calabria e dice che «la partita è difficile, ma possiamo ancora farcela».
x
x